A gennaio 2018 si registra una brusca inversione di tendenza delle esportazioni italiane in Usa che fanno segnare un calo dell’1,4% con punte che arrivano al -27,9% per i mezzi di trasporto al -19,3% per i prodotti dell’agricoltura fino al -6,1% per il tessile. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al commercio estero nel gennaio 2018. Dopo che le esportazioni Made in Italy in Usa nel 2017 avevano raggiunto il record storico di 40,5 miliardi grazie ad un aumento del 9,8% rispetto all’anno precedente, si verifica una decisa frenata con l’avvio della guerra commerciale tra Unione Europea e gli Stati Uniti. Un braccio di ferro che rischia di alimentare un pericoloso circolo vizioso dopo che alla decisione di Trump di applicare dazi sull’acciaio e l’alluminio l’Unione Europea ha risposto predisponendo contromisure su una lista di prodotti Usa che deve essere comunicata al WTO entro 90 giorni dall’inizio delle consultazioni all’interno dell’Unione Europea. Secondo uno studio della Coldiretti la vendetta dell’Unione Europea colpirebbe con l’aumento dei dazi 328 milioni di euro di esportazioni statunitensi annuali in Italia che riguardano principalmente manufatti in ferro, acciaio e ghisa per 235,3 milioni, barche a vela e a motore da diporto per 31,6 milioni e l’agroalimentare per 29,6 milioni. Nella prima black list varata dall’Unione Europea sulla quale applicare i dazi ci sono anche – continua la Coldiretti – abiti (t-shirt, pantaloni, biancheria, scarpe) che l’Italia importa dagli Usa per 18,6 milioni di euro nel 2017, cosmetici (rossetti, ciprie, manicure) per 10,4 milioni di euro e le motociclette per 2,5 milioni di euro. L’estendersi della guerra commerciale all’agroalimentare mette però anche a rischio – continua la Coldiretti – circa 4 miliardi di export agroalimentare Made in Italy con le esportazioni di cibo e bevande che sono aumentare del 6% nel 2017. Gli Usa – conclude la Coldiretti – si collocano al terzo posto tra i principali italian food buyer dopo Germania e Francia, ma prima della Gran Bretagna. Il vino – conclude la Coldiretti – risulta essere il prodotto più gettonato dagli statunitensi, davanti a olio, formaggi e pasta. “Occorre scongiurare il rischio di una guerra commerciale che rischia di determinare un pericoloso effetto valanga sull’economia e sulle relazioni tra Paesi alleati” conclude il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “occorre però cogliere questa l’occasione per ripensare norme sul commercio più eque che non si limitino a considerare l’aspetto economico nelle relazioni tra Paesi ma che tengano conto anche del rispetto delle stesse regole sul piano ambientale, della tutela sociale dei lavoratori e della sicurezza dei cittadini”.