Il mese di marzo è costellato di proverbi e detti, legati alle condizioni meteo alquanto imprevedibili, alle tradizioni agricole e alle credenze popolari. Si dice : Marzo pazzerello guarda il sole e prendi l’ombrello; Marzo pazzerello esci col sole e rientri con l’ombrello; Neve marzolina dalla sera alla mattina; Vento di marzo non termina presto; Marzo ventoso, frutteto maestoso; Marzo arido, aprile umido; L’acqua di marzo è peggio delle macchie né vestiti; Marzo, acqua e suli, carricari fa li muli; U friddu di marzu trasi dintra lu cornu di lu voi; Lu friddu di marzo scorcia a vecchia ‘nto iazzu. Ed ancora: Marzo asciutto ed aprile bagnato, beato i villano che ha seminato; Se marzo butta erba, aprile butta merda; Marzo tinge, april dipinge, maggio fa le belle donne, e giugno fa le brutte carogne; Quando marzo marzeggia, april campeggia. Si dice anche: Chi nel marzo non pota la sua vigna, perde la vendemmia; Marzo molle, grano per le zolle; Le api sagge di marzo dormono ancora; Marzo o buono o rio, il bue all’erba e il cane all’ombra.
Noti i proverbi: La nebbia di marzo non fa male ma quella di aprile toglie il pane e il vino; La luna marzolina fa nascer l’insalatina; Tanta nebbia di marzo, tanti temporali d’estate; Marzo, la serpe esce dal balzo. Ma di proverbi ce ne sono davvero tanti: Marzo ha comprata la pelliccia a sua madre, e tre giorni dopo l’ha venduta; Marz marzot fio d’un baltrocc fio d’una baltroca, o ch’el piof o ch’el tira vent o ch’el fioca; Di marzo chi non ha scarpe vada scalzo e chi le ha, le porti un altro po’ più in là; Di marzo ogni villan va scalzo, Pace tra suocera e nuora dura quanto la neve marzola; Marzo cambia 7 cappelli al giorno; Marzo non ha un dì come un altro.