Febbraio 2018 è risultato più freddo del normale (soprattutto in quota) e meno soleggiato ma anche meno piovoso/nevoso: lo ha rilevato Arpa Veneto in riferimento alla provincia di Belluno. L’ultimo mese dell’inverno meteorologico (per la meteorologia la primavera inizia il 1° marzo) ha presentato di nuovo caratteri prettamente invernali, specie a fine mese, dopo un gennaio interlocutorio e relativamente mite, che aveva fatto seguito ad un dicembre abbastanza freddo e con precipitazioni copiose. Nel complesso quindi l’inverno 2017-18 è stato freddo all’inizio e alla fine, risultando mediamente più freddo della norma in quota e normale a fondovalle, mentre per quanto riguarda le precipitazioni queste sono state inferiori alle medie, localmente anche in maniera sensibile. Le temperature medie mensili sono state da 0 a 1°C inferiori alla norma a fondovalle, mentre in quota ha fatto più freddo e lo scarto negativo è risultato di 3°C. Da segnalare la notevole ondata di gelo di fine mese per l’arrivo di una massa d’aria gelida proveniente dalla Russia. Per ritrovare un gelo così intenso nel recente passato, bisogna tornare alla fine di febbraio-inizio marzo 2005 (identico periodo dell’anno) quando le punte di freddo del 1° marzo furono più accentuate, ma durò un po’ meno. Fanno eccezione la Val Belluna e il Cansiglio, dove a causa della nuvolosità e del vento non si sono raggiunte in questo episodio di freddo temperature minime particolarmente basse. Le precipitazioni totali mensili sono state scarse (è piovuto/nevicato la metà del normale) in un mese che normalmente risulta il più asciutto dell’anno. La frequenza delle precipitazioni è stata però curiosamente normale, con 3-7 giorni piovosi/nevosi (a seconda delle zone), a fronte di una media di 4-6, segno che le occasioni precipitazioni ci sono state ma la loro entità si è rivelata spesso esigua. La neve in montagna è caduta generalmente a quote medio-alte senza apporti di rilievo, ad eccezione della copiosa nevicata di inizio mese.
Di questo mese si devono ricordare:
• Le basse temperature del giorno 15, con minime di -17°C a Santo Stefano e -22°C a Cimabanche e in Val Visdende, dove poi la temperatura è risalita poco sopra lo zero, palesando un’escursione termica giornaliera di 22.6°C
• Il drastico calo termico di circa 10°C fra il 24 ed il 25 (per un afflusso di aria gelida da Est), passando da valori diurni di +8/+13°C di sabato 24 ai valori di -2/+2°C di domenica 25
• Le temperature 10/15°C inferiori alla norma nei giorni 26, 27 e 28, con minime assolute di -29.9°C sulla Marmolada, -25.9°C a Passo Cimabanche, -23.4°C in Val Visdende, -20.1°C a Sappada, -18.0°C a Santo Stefano di Cadore e -11.1°C a Santa Giustina. Negli stessi giorni le massime rimangono su valori molto bassi, -25.3°C sulla Marmolada, -18.9°C sul Faloria, -15.1°C a Sella Ciampigotto, -10.8°C ad Arabba, -10.2°C a Sappada e -8.0°C a Cortina. Anche in Val Belluna le massime rimangono quasi ovunque sotto lo zero per tutte le 24 ore (giorno di ghiaccio). A Belluno si hanno quattro “giorni di ghiaccio” consecutivi dal 26 febbraio al 1° marzo, cosa che non accadeva dal 18-21 dicembre 2009. Significative e ancora più impressionanti le temperature medie giornaliere di -27.6°C sulla Marmolada, -20.3°C sul Faloria, -15.6°C ad Arabba e -10.9°C a Santo Stefano (-4.8°C a 1 Belluno). Un cenno infine alla sensazione di freddo ancora più accentuata dal vento nei giorni 26 e 27 (ad esempio sul Faloria la temperatura minima percepita è stata di -33°C).
In tutto si sono avuti 8 giorni soleggiati, 15 nuvolosi o variabili e 5 giorni di maltempo.