“Ma stiamo scherzando! Non dovremmo dar seguito ad un atto dovuto sollecitato più volte da parlamento e Ue su una materia così delicata per ragioni di opportunismo politico?!“. A scriverlo su Twitter è il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, rispondendo a un utente che sosteneva come la pubblicazione della Cnapi, la Carta dei siti idonei ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti nucleare, non dovesse essere pubblicata dal Governo attuale. In un altro tweet Calenda scrive che “la pubblicazione della mappa dei siti adatti per deposito non è atto discrezionale del Governo ma termine di un lungo processo tecnico. C’è stato enorme ritardo che mette a rischio accordi con paesi che tengono materiale. Pubblicarla è atto dovuto di responsabilità/trasparenza“. Rispondendo a un altro utente che lo esortava a pronunciarsi sulla ipotesi che il Deposito possa essere realizzato in Sardegna Calenda ha scritto: “di Sardegna non ho parlato, non conosco le località incluse nella mappa. La valutazione è stata tecnica e non politica“. E poi ha aggiunto: “Tutti i paesi europei gestiscono i loro rifiuti radioattivi. Noi siamo più furbi? Glielo spieghi tu che devono tenersi i nostri a tempo indefinito?“. Ieri, a margine di un convegno, il ministro ha annunciato la pubblicazione della Cnapi prima dell’insediamento del nuovo Governo.
La mappa dovrà individuare le aree potenzialmente idonee ad ospitare il “deposito unico nazionale” delle scorie nucleari, che sarà poi scelto successivamente tra tutti i siti indicati nella mappa. Il maxi deposito ospiterà 90mila metri cubi di rifiuti radioattivi per 300 anni: costerà 1,5 miliardi, e prevede 1.500 i posti di lavoro.
Deposito Nucleare, la Regione Basilicata usa toni durissimi
“Comunico sin d’ora la netta e non negoziabile contrarieta’ della Regione qualora dovesse essere la Basilicata individuata tra i possibili siti, come gia’ avvenuto in passato. Saremo pronti in quel caso ad una seconda ‘Scanzano'”. Lo dice il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella (Pd), riferendosi al “decreto per la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee al deposito Nucleare di superficie”. Nel 2003 Scanzano Jonico (Matera) fu designata dal Governo per ospitare il sito unico: ma, dopo una protesta popolare di oltre due settimane il decreto fu ritirato. “Apprendo – aggiunge il governatore lucano – la notizia per la quale il Ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, si dice pronto a varare entro la prossima settimana il decreto per la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee al deposito Nucleare di superficie”. Pittella ribadisce quindi che “pur consapevole che il documento in questione e’ un mero elenco ed e’ ancora lontano per iter ad individuare una mappa definitiva e per quanto esso sia secretato comunico sin d’ora la netta e non negoziabile contrarieta’ della Regione qualora dovesse essere la Basilicata individuata tra i possibili siti, come gia’ avvenuto in passato. Saremo pronti in quel caso ad una seconda ‘Scanzano’. Mi rivolgo – conclude il governatore – a chi ha vinto le elezioni e sara’ chiamato a governare il Paese, affinche’ prenda atto della assoluta indisponibilita’ della terra lucana ad essere sito nazionale di deposito delle scorie”.
Deposito Nucleare, la preoccupazione dei comitati della Sardegna
Di fronte all’annuncio del ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, sull’imminente pubblicazione del decreto per la Carta nazionale per le aree potenzialmente idonee al deposito Nucleare di superficie, il Comitato sardo NonucleNoscorie si prepara ad una nuova mobilitazione, lanciando un allerta ai sardi perche’ tengano alta l’attenzione sul tema. Gli attivisti sono preoccupati perche’ il ministro non ha fatto cenno “alla esclusione della Sardegna dai siti possibili, nonostante la netta ed esplicita indisponibilita’ dimostrata da tutto il popolo sardo”. “Sappia il ministro e il governo, ormai scaduto e bocciato dal voto, che in nessun caso i sardi rinunceranno alla tutela della volonta’ gia’ espressa dal popolo isolano – attacca il Comitato -. Volonta’ di indisponibilita’ al Nucleare dichiarata con chiarezza, non solo con la mobilitazione di massa ma anche con atti ufficiali che piu’ volte il Comitato Nonucle-Noscorie si e’ premurato di ricordare. Tra questi ci sono il referendum, leggi e ordini del giorno regionali, delibere dei Comuni e delle Province, determinazione della Conferenza Episcopale Sarda”. Il Comitato chiama a raccolta tutti i sardi e “non permettera’, che la Sardegna sia umiliata dal peggiore gravame che potrebbe essere imposto ad un territorio e ad un popolo, che venga distrutta la nostra immagine, la nostra economia, la nostra salute la nostra liberta’ di autodeterminazione”.
Progetto AutodetermiNatzione, coalizione indipendentista, si mobilita contro l’ipotesi che la Sardegna venga individuata come sito idoneo a ospitare il deposito unico nazionale delle scorie nucleari. “La nostra terra ha gia’ pagato a caro prezzo le conseguenze della sovrabbondante presenza di servitu’ militari”, ricorda il portavoce Anthony Muroni, nome delle componenti del P. Autodeterminatzioni, Rossomori, Sardigna Natzione, Sardos, Liberu, Sardegna Possibile, Gentes, Comunidades e iRS, “con tutti i danni che queste ultime hanno causato al territorio, alla societa’, alla cultura, all’economia. A partire dall’inquinamento. I sardi non accetteranno a nessuna condizione l’ipotesi che l’Isola diventi anche una pattumiera radioattiva”.