Sono tantissimi i proverbi e i modi di dire legati alla Pasqua. Tra i più celebri: “Pasqua di fango, covone pesante”, “Tra Pasqua e Pasqua non c’è vigilia”, “Tanto si parla della Pasqua che alla fine arriva”; “Pasqua tanto desiata in un giorno è già passata”; “L’agnello è buono anche dopo Pasqua”; “Natale senza danari, Carnevale senz’appetito, Pasqua senza devozione”.“Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi”, “A Natale, mezzo pane; a Pasqua, mezzo vino”; “Carnevale a casa d’altri, Pasqua a casa tua, Natale in corte”; “Carnevale al sole, Pasqua molle”; “Carnovale a casa d’altri, Pasqua a casa tua, Natale in corte”; “ Chi fa il ceppo al sole, fa la Pasqua al fuoco”; “Chi vuol Quaresima corta, faccia debiti da pagare a Pasqua. Compra il letto d’un gran debitore”; “Chi vuole il malanno, abbia il mal’anno e la mala Pasqua”; “I Giudei in Pasqua, i Mori in nozze, i Cristiani in piatire, sanno impoverire” Ed ancora:“Con quattro P si fa Pasqua: Purgatorio, Passione, Palma e Pace”, “Chi vuol far Pasqua deve far Quaresima”; “Chi vuol moglie a Pasqua di Quaresima l’accatti (o la fissi)”,“Pasqua venga alta o venga bassa, la vien con la foglia o con la frasca”; “Non è bella la Pasqua se non gocciola la frasca”, “Pasqua di Befana, la rapa perde l’anima”, “Pasqua in giove vendi la cappa e gettala a’ buoi”.
Si dice anche: “Tal pensa salvarsi a Pasqua, che è preso a mezza Quaresima”; “Tra Pasqua e Pasqua non è vigilia fatta”, “Uta muta Cananea, pane, pesce, sanguea, uliva e Pasqua fiorita (le domeniche di Quaresima); “Pasqua, voglia o non voglia non fu mai senza foglia (o foglia di gelso)”; “Quando San Giorgio (23 aprile), viene in Pasqua, per il mondo c’è gran burrasca”; “Se piove per la Pasqua, la susina s’imborzacchia”.Di una persona insistente, prolissa, noiosa, si dice “Lungo come una Quaresima”; mentre di chi ha sperperato tutti i suoi beni e ricchezze, vivendo attualmente in povertà si dice: “Ha sciupato tutto e adesso fa Quaresima”. Il modo di dire “portare la propria croce”, è da intendersi come capacità di soppo rtare e accettare i momenti dolorosi della vita, proprio come Cristo ha accettato e sopportato la dura prova del martirio in croce senza cedimenti, pur nella sofferenza.
Collegato all’episodio della salita di Gesù al Calvario carico della croce è anche il detto “La sua vita è un calvario”, così come “Stare in croce” , “Che croce!”; tutte espressioni che sottolineano la gravità di una situazione particolarmente penosa.““La croce che ci si fa da soli è la più pesante” indica che quando siamo noi stessi a comm ettere delle azioni di cui poi ci pentiamo e che ci si ritorcono contro, dovremmo imparare a sopportarne le conseguenze. “Gettare la croce addosso a qualcuno”, invece, significa addossare ad un’altra persona la responsabilità di un fatto per biasimarla.