Ogni anno, in diverse zone d’Italia, per la festa di San Giuseppe, si allestiscono le famose Tavole di San Giuseppe. Nel Salento e nel tarantino, le città interessate sono Giurdignano, Minervino di Lecce, Uggiano La Chiesa, la frazione di Casamassella, Otranto, Lizzano, San Marzano, Monteparano, San Pietro Vernotico, Erchie. Parliamo di un anticchismo rito che, con piccole varianti, si ripete in altre regioni d’Italia. Le Tavole, allestite in bianco candido nella stanza più bella della casa, ornate con fiori e ceri accesi, sono riccamene imbadite con cibi consumati a mezzogiorno del 19 marzo dai Santi, impersonati da amici o parenti della famiglia dei devoti di San Giuseppe, partendo da un minimo di tre commensali (San Giuseppe, Maria e Gesù) ad un massimo di 13, sempre in numero dispari. Quindi, oltre alla Sacra Famiglia, Sant’Anna, Sant’Elisabetta, San Zaccaria, San Gioacchino, San Filippo, San Giovanni, Santa Maria Cleofe, Sant’Agnese, San Giuseppe d’Arimatea.
I commensali si riuniscono attorno alla Tavola, dove campeggia l’effige del Santo e tutti i presenti recitano il Rosario, intervallando, ad ogni posta, la litania “San Giuseppe prega per noi” e un ricordo, affinchè il Santo accolga e soddisfi le loro richieste. Si tratta, infatti, di una Tacolata offerta in onore di San Giuseppe come voto o richiesta di grazia. Il soggetto che impersona Giuseppe detta i tempi, dando inizio al pranzo con un colpo di bastone sul pavimento. Dopo il suo assaggio della prima pietanza, tocca agli altri commensali procedere, sino a quando Giuseppe non batte per tre volte la forchetta sul suo piatto per recitare una preghiera.
A questo punto è il momento di introdurre una nuova pietanza ed il rituale si ripete, recitando una preghiera tra un piatto e l’altro, sino alla consegna di grossi pani, ognuno con un simbolo diverso, da parte della famiglia devota ai diversi rispettivi Santi che rispondono “ San Giuseppe gradisca il tuo sacrificio”. Le pietanze che si succedono nell’assaggio sono 9: vermicelli o vermicceddhri con ceci, pasta con miele e mollica di pane, rape bollite e cavolfiori, lampascioni, pesce fritto, stoccafisso in umido, fritti col miele, pane votivom finocchio. Da bere, vino.