Circa 70.000 anni fa, quando la specie umana già popolava il pianeta Terra, una piccola stella rossastra si avvicinò al nostro sistema solare. Si tratta della stella di Scholz – dal nome dell’astronomo tedesco che la scoprì – e nel suo viaggio arrivò a meno di un anno luce dal Sole. Poi piano piano si allontanò, e oggi si trova a circa 20 anni luce da noi.
Eppure – spiega Global Science – quell’incontro ravvicinato è bastato per disturbare le comete preistoriche e gli asteroidi vicini: lo afferma un nuovo studio pubblicato su MNRAS Letters e coordinato dall’Università di Madrid, che ha analizzato circa 340 oggetti celestidel nostro sistema planetario. Scoprendo che la traiettoria di molti di essi – comete, per lo più – è cambiata drasticamente a causa dell’antico influsso dell’astro.
Gli scienziati hanno anche studiato più nel dettaglio la stella di Scholz, che fa parte in realtà di un sistema binario insieme a una nana bruna ancora più piccola. È possibile che i nostri antenati ne abbiano scorso la debole luce, durante le buie notti preistoriche.