Venerdì Santo: i flagellanti filippini di San Pedro Cutud

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Tra i riti più forti del Venerdì Santo vi è quello dei flagellanti filippini di San Pedro Cutud, villaggio nella provincia di Pampanga che, appesi e legati al palo di legno, si fanno crocifiggere. La crocifissione è reale, con chiodi veri, lasciati nell’alcol pr un anno per poi essere benedetti con acqua  santa. Parliamo di un rito cui partecipano, ultimamente, anche le donne. La gravità delle ferite riportate dai partecipanti ha portato, già nel XVIII secolo, le autorità statali delle Filippine a prendere provvedimenti, emanando diversi editti, in modo da impedire gli effetti devastanti delle autoflagellazioni.La pratica della crocifissione ha inziato a diffondersi in modo rapido nel XX secolo, soprattutto a opera di Arsenio Anoza, un guaritore che l’ha portata avanti dal 1961, per 15 lunghi anni, con numerosi seguaci.

La tradizione è lgata al racconto degli abitanti del villaggio di un diluvio che sconvolse la zona, dal quale si salvarono solo alcune persone, aggrappandosi ad una croce galleggiante sull’acqua.Da allora, in segno di penitenza, i fedeli hanno avviato la pratica delle crocifissioni reali, trasformandola in una manifestazione religiosa che attira numerosi turisti e cruiosi nella zona. I partecipanti perdono i sensi o sono soggetti ad energiche rianimazioni dopo la deposizione dalla croce, per non parlare del pericolo infezioni, per il quale il Governo ha raccomandato ai devoti che partecipano alla Rievocazione, un’iniezione antitetanica.

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