Venerdì Santo: il suggestivo rito dei Vattienti di Nocera Terinese

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Siamo in Calabria, in provincia di Catanzaro, più precisamente nel paesino di Nocera Terinese. Proprio qui avviene uno dei riti pasquali più straordinari del Sul Italiano: il rito dei Vattienti,  il Venerdì Santo.Considerato da alcun i primitivo, da altri impressionante e cruento, per molti continua a stupire, rimanendo senza parole d inanzi la gioia di donne e bambini che mostrano senso di riconoscimento verso i loro parenti che “si battono”.Quel che è certo è che, indipendentemente dalle motivazioni, che sia un atto di fede, un voto ai defunti o ai parenti ammalati, che sia un peccato da eliminare, il sangue, qui, è il vero protagonista.Ma chi sono i Vattienti? Si tratta di uomini che adempiono il voto o praticano la devozione, tramandata un tempo da padre in figlio, di autoflagellarsi pubblicamente, mossi dall’intento di castigare la carne, strumento di peccato, ed unirsi spiritualmente e sensibilmente a Cristo nelle ultime sofferenze che precedono la Crocifissione.

Come si svolge questo rito? Le persone che intendono battersi, raggiunti i locali adibiti alla preparazione, si vestono. Il Vattienente avvolge il capo con un drappo nero (mannile), indossa maglietta e pantaloncini corti neri in segno di lutto, si cinge il capo con una corona di spine, fatta di “sparagogna”, asparago selvatico che cresce spontaneamente nei luoghi ombrosi delle campagne noceresi.Al Vattiente si aggiunge l’Ecce homo, che lo accompagna lungo tutto il suo pellegrinaggio, indossando un lungo drappo rosso, portando tra le braccia una croce avvolta con un panno rosso, scalzo (come il Vattiente) e col capo coronato da una “spina santa”. Dopo aver arrossato o iperemizzato cosce e polpacci con le mani e poi con una rosa (disco di sughero), il Vattiente inizia a battersi col cardu, un altro disco di sughero su cui sono infissi 13 acuminati pezzetti di vetro, le lanze. Tutto ha inizio la sera del Venerdì Santo, quando, dalla Chiesa dell’Annunziata di Nocera Terinese esce la statua della Madonna Addolorata, scultura raffigurante Maria che ha sulle ginocchia il figlio nato sulla croce.

Mentre la statua sfila per le vie del paese, ecco arrivare, correndo, a piedi scalzi, il primo Vattiente che, giunto davanti alla statua, si inginocchia in segno di devozione, poi si rialza e si batte a sangue. La scena si ripete nuovamente il Sabato Santo Mattina quando la statua esce in una proc essione più lunga e i Vattienti sono molto più numerosi rispetto a quelli della sera precedente. Dopo essersi preparati, attraversano le vie del paese, battendosi al cospetto della statua per poi continuare il giro penitenziale, visitando le varie stazioni della Via Crucis, lavandosi le ferite con un infuso di rosmarino. Infine si rivestono in abiti civili, confondendosi tra la folla dei fedeli.

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