“Non sarei sorpreso se un giorno trovassimo forme di vita sulle lune di Saturno, Titano ed Encelado, o su Europa. Adesso non abbiamo prove, ma non è una pazzia pensarlo“: lo ha dichiarato Charles Elachi, scienziato NASA e membro della missione Cassini, rivolgendosi agli studenti di tecnologie aerospaziali della facoltà d’ingegneria dell’Università Sapienza di Roma dove si è tenuta una conferenza sul tema “Cassini e l’epoca d’oro dell’esplorazione spaziale“.
Per 15 anni a capo di uno dei laboratori di eccellenza dell’Agenzia statunitense, il Jet Propulsion Laboratory, Elachi ha ricordato “una delle missioni più eccitanti della Nasa, destinata a rimanere nei libri di storia per secoli“.
Frutto della collaborazione tra NASA, ESA ed ASI, la missione Cassini ha avuto come obiettivo lo studio di Saturno e del suo sistema di anelli e lune, con particolare riguardo a Titano. La complessità del pianeta e del suo vasto ‘entourage’ di satelliti naturali, infatti, rappresenta un elemento di grande rilievo per analizzare i processi di evoluzione di un sistema planetario.
Lanciata il 15 ottobre 1997, Cassini ha raggiunto Saturno dopo 7 anni di viaggio, durante i quali ha percorso oltre 3 miliardi e mezzo di chilometri, inserendosi nell’orbita del pianeta il 1° luglio 2004. Superata brillantemente la ‘maggiore età’, la sonda è stata attiva fino al 15 settembre 2017, giorno del suo ‘Grand Finale’.