Il 10-11 aprile a Sofia si terrà l’incontro dei Ministri dell’Ambiente dell’UE per discutere delle misure volte a migliorare la qualità dell’aria in Europa. In vista di questo incontro, l’ONG Transport & Environment ha calcolato il numero esatto dei veicoli diesel che vengono importati in Bulgaria e l’inquinamento dell’aria che essi comportano.
Secondo i nuovi dati, dei veicoli diesel inquinanti importati lo scorso anno in Bulgaria, il 63% proviene dall’Italia, per l’esattezza 65.640, seguiti da quelli della Germania (27% che corrisponde a 26.872) e da quelli dell’Austria (10%, 8.603). Secondo uno studio di Transport & Environment, la Fiat risulta essere il produttore di veicoli diesel in media più inquinanti in Europa.
In particolare, i nuovi dati dimostrano che l’anno scorso solo la Bulgaria ha importato oltre 100.000 auto di seconda mano, più di un terzo delle quali erano macchine diesel inquinanti (35.000). Oltre della metà delle macchine diesel ha più di 10 anni e non è provvista dei filtri antiparticolato diesel presenti su tutte le auto dopo il 2011, emettendo così particelle fini cancerogene che sono già responsabili di oltre 13.000 morti premature in Bulgaria ogni anno.
Per quanto riguarda, invece, il biossido di azoto che è al centro dello scandalo Dieselgate, le macchine diesel importate lo scorso anno dalla Bulgaria hanno prodotto emissioni mediamente 12 volte superiori all’attuale limite previsto dall’UE. Facendo delle stime, su un chilometraggio annuale di 10.000-15.000 km, una delle auto diesel importate dalla Bulgaria emetterebbe in media da 10 a 15 kg di inquinamento tossico da biossido di azoto in un anno.
Mentre nell’Europa occidentale le auto diesel vengono messe sempre più da parte grazie ad un aumento dei divieti urbani e delle zone a bassa emissione, molte di queste auto vengono importate nell’Europa centrale e orientale. Questo significa che i problemi legati alla qualità dell’aria vengono semplicemente esportati, spostati, ma non risolti, contribuendo alla divisione che esiste tra Europa occidentale e orientale per quanto riguarda la qualità dell’aria.
Una mappa dell’European Air Quality Index, infatti, quasi lungo il confine orientale della Germania presenta una linea che prosegue lungo la costa adriatica italiana e che demarca la zona occidentale come una zona con una buona qualità dell’aria, mentre quella orientale come una zona con scarsa qualità dell’aria, con alcuni punti in cui è molto scarsa.