Siamo a Le Castella, frazione del comune di Isola di Capo Rizzuto, in provincia di Crotone, in Calabria. Parliamo di una delle più rinomate località balneari della costa ionica calabrese. Chiamata dai residenti “I Casteddi” o “I Casteddri”, Le Cast ella è collocata nel cuore dell’Area Marina Protetta “Capo Rizzuto”, offrendo un viaggio tra storia, leggende, miti e archeologia, oltre ad un patrimonio naturalistico di notevole valore.Il nome odierno è di epoca moderna, poiché in passato venne chiamata Castra, Castra Hannibalsi, Castellanum Maris.Etimologicamente, ricalca il plurale neutro del latino, indicando la presenza di più fortezze nei pressi del paese (si parla di 7 castelli).
Alcuni studiosi credono che l’isola di Ogigia, terra d’esilio della ninfa Calypso, di cui parla Omero nella sua Odissea, facesse parte di un piccolo arcipelago oggi scomparso, antistante Le Castella.
Su questa cristallina porzione di costa ionica calabrese avrebbe fatto naufragio Iapige, figlio di Dedalo, fondandovi una colonia e lasciando in eredità alle locali popolazioni preromane la denominazione di Iapigi.
Secondo quanto riportato da alcune testimonianze letterarie, principalmente da Erodoto e Strabone, Iapige fuggì da Creta seguendo il padre, uno degli artisti più valenti dell’antica Grecia, in una spedizione in Sicilia ma, venendo colpito da una violenta tempesta che lo fece naufragare presso la costa dell’odierna Calabria, tanto che alla località fu dato il nome di “Terra Japigia”.
Anche Annibale, celeberrimo condottiero dei Cartaginesi, durante la Seconda Guerra Punica, pare che sia rifugiato fra le scogliere di Le Castella per difendersi dagli inseguitori romani.
Il cuore del borgo calabrese, in cui sono stati girati due famosi film: “L’Armata Brancaleone” di Mario Monicelli e “Il Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini, è la bellissima Fortezza Aragonese, tra le rocche più famose della Calabria.
Essa non ospitò mai la nobiltà del luogo e servì sempre da ricovero per i soldati, impegnati contro gli attachi provenienti dal mare, degli invasori di gturno.
Vero e proprio simbolo culturale della Regione, secondo la leggenda venne edificata da Annibale nel 204 a.C. , quando egli soggiornò in questa zona. Arroccata su un isolotto collegato alla costa da un sottile lembo di terra, la fortezza sembra quasi svettare dalle acque come una dea ed è tutto ciò che rimane di una vasta area che doveva costituire un villaggio dotato di cinta murarie.
La torre svettante dalla Fortezza testimonia l’origine storica del maniero all’età angioina, nella seconda metà del XIII secolo, ed è caratterizzata da una scala a chiocciola in pietra che collega tre piani e da finestre a bocca di lupo, strette all’esterno e larghe internamente, indispensabili per l’avvistamento dei nemici senza essere notati.
Nel 1496 il castello diventò di proprietà di Federico d’Aragona che lo donò ad Andrea Carafa. Tra gli elementi imperdibili: la Cappella del Borgo, ad una sola navata, luogo di culto dei soldati che vivevano nella cinta muraria; il Borgo antico, grazioso paesello dove erano presenti botteghe e mercatini, in cui gli abitanti si riunivano per acquistare e scambiare merci; il ponte levatoio che porta alla torre di guardia; il magazzino che fungeva da deposito per armi ed armature; la torre, fulcro della difesa del castello e l’attracco portuale.