Vent’anni fa, il 9 aprile 1998, veniva presentato l’antenato dello smartwatch, il Ruputer, che la giapponese Seiko definiva una “periferica indossabile del computer“: non ebbe però il successo sperato. Aveva l’aspetto di un grande orologio elettronico, con alcune caratteristiche di un pc: era caratterizzato da un piccolo schermo monocolore, un processore e un po’ di memoria. Si collegava al computer ed era compatibile con Windows ’95.
Il Ruputer, lanciato inizialmente in Giappone per una cifra equivalente a 300 dollari, aveva 6 pulsanti e un mini-joystick con cui scrivere: quest’ultima caratteristica, più lo schermo piccolo e le batterie non ricaricabili che garantivano solo 30 ore d’autonomia, ne decretarono il flop.