Alzheimer: ecco i segnali da non sottovalutare

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In Italia sono 600 mila i malati di Alzheimer, il 4% della popolazione over 65. Parliamo di una malattia degenerativa del cervello con progressivo decadimento delle funzioni cognitive e della memoria. Tanti i segnali da non sottovalutare: perdita di memoria, dimenticanze d’informazioni apprese di recente, di dte o eventi importanti, richiesta delle stesse informazioni più volte, utilizzo di sempre più strumenti d’ausilio alla memoria (es. dispositivi elettronici, note di promemoria). Tra i segnali da non sottovalutare: difficoltà di concentrazione, impiego di molto più tempo di prima nel fare le cose, confusione con le stagioni, col passare del tempo, dimenticare dove ci si trova e come si è arrivati sin lì. Ed ancora: difficoltà a leggere, guardarsi allo specchio e vedere riflessa non la propria immagine ma quella di un’altra persona non riconoscendosi, difficoltà a stabilire colore o contrasto.  Ecco che piccole dimenticanze, qualche sbadataggine, quelle parole che rimangono sulla punta della lingua, per contare e ricontare i soldi acquistano un significato diverso, preoccupante, arrivando a rinunciare ad hobby, attività sociali e progetti lavorativi, rivelandosi confusi, spaventati, ansiosi, suscettibili nei luoghi al di fuori della zona confort.

Attenzione ai piccoli segnali. Occorre, in questi casi, un’attenta valutazione clinica e neurologica dei sintomi cognitivi e comportamentali e della loro tendenza a peggiorare nel tempo. Se la diagnosi viene effettuata tempestivamente e correttamente, è possibile iniziare i trattamenti farmacologici e la terapia comportamentale che, seppur non curativa, possono mantenere una buona qualità della vita del malato.

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