“Standard italiani per la cura del diabete mellito” 2018: sono le nuove Linee guida messe a punto dalla Società italiana di diabetologia e dall’Associazione medici diabetologi e presentate al 27° Congresso della Sid, in corso a Rimini. Tra le principali indicazioni, la riduzione della prescrizione dei “vecchi” farmaci anti-diabete, potenzialmente pericolosi per i pazienti, perché li espongono a un maggior rischio di crisi ipoglicemiche. Gli specialisti prendono posizione nei confronti dei farmaci anti-diabete di vecchia generazione come sulfaniluree, glinidi o acarbose, retrocessi – fra le terapie da affiancare alla metformina, molecola ancora di prima scelta nel trattamento della malattia di tipo 2 – non “per la loro ‘vetustà’, quanto per gli effetti collaterali, considerati troppo importanti per essere tollerati, soprattutto ora che si hanno a disposizione farmaci molto più sicuri ed efficaci“. Questi medicinali retrocessi sono “assunti ancora dal 37% dei pazienti con diabete di tipo 2. Una quota troppo alta, visti i maggiori rischi di ipoglicemia e dunque per la Salute dei pazienti, ma anche di maggior ricorso al pronto soccorso per crisi ipoglicemiche e di ricoveri, con un aumento dei costi per il sistema. L’uso di farmaci più nuovi, invece, riducendo questi rischi, si traduce nel lungo periodo in un risparmio, considerando che il ricovero assorbe il 77% dei costi sanitari per il diabete: a ricaduta c’è dunque un risparmio per il Ssn rispetto al singolo costo del farmaco,” spiega Giorgio Sesti, presidente della Sid. “Sulla base del profilo complessivo di efficacia, tollerabilità e sicurezza, pioglitazone, inibitori Dpp4, agonisti del Glp1 o inibitori di Sglt2 sono preferibili rispetto a sulfaniluree, glinidi o acarbose che costituiscono farmaci di seconda scelta“.
“Rimodulazione degli obiettivi glicemici, benefici derivanti dall’impiego dei device, aggiornamenti nella terapia farmacologica del diabete tipo 2 e approfondimenti su particolari condizioni di iperglicemia sono alcune tra le principali novità introdotte dall’edizione 2018 degli Standard di cura Amd-Sid, il documento che contempla ogni aspetto relativo alla gestione del diabete, dalla prevenzione alla diagnosi, dai farmaci all’innovazione tecnologica, rappresentando ormai da più di 10 anni il ‘manuale’ di riferimento per l’intera comunità medica italiana,” evidenzia Domenico Mannino, presidente Amd. “Un altro importante aspetto emerso dalla revisione della letteratura ed evidenziato dai nuovi Standard di cura è la riconferma del prezioso ruolo svolto dai servizi diabetologici specialistici. Sempre più evidenze, infatti, mostrano come i pazienti che seguono un percorso di cura avviato e gestito dallo specialista diabetologo presentino rilevanti benefici in termini di efficacia terapeutica, miglior qualità di vita, riduzione delle complicanze e della mortalità, maggior sostenibilità della spesa sanitaria“.