L’accordo di Parigi sul clima – spesso richiamato dalla cronaca, sottoscritto nel dicembre 2015 dall’amministrazione Obama e da altri 195 Paesi del mondo – è il più importante trattato concluso negli ultimi anni per contrastare il riscaldamento globale riducendo sensibilmente le emissioni di anidride carbonica, uno dei principali e più pericolosi gas serra. Ma l’obiettivo di ridurre del 40% le emissioni di CO2 entro il 2030 appare davvero un miraggio se si pensa all’attuale livello di inquinamento ambientale, di riscaldamento globale e di progressivo avvelenamento del pianeta ad opera dell’uomo.
L’Italia è tra gli otto paesi europei sotto procedura d’infrazione dal 2014 per i livelli elevati di smog e proprio dall’UE ha recentemente ricevuto un ultimatum. I rapporti annuali di alcune importanti associazioni ambientaliste, come Greenpeace e Legambiente, hanno rilevato un forte incremento delle percentuali di polveri sottili (Pm10) in 20 grandi città in Italia, Spagna, Germania, Francia, e Regno Unito. I valori peggiori relativi alla concentrazione media annuale di Pm10 si registrano proprio in Italia: in testa Torino (con 39 microgrammi/metrocubo di Pm10), seguita da Milano (37) e Napoli (35), che primeggiano sulle sorelle europee come Siviglia, Marsiglia e Nizza dove invece si registra una concentrazione media annuale di Pm10 pari a 29 µg/mc. Roma si posiziona, insieme a Parigi, al settimo posto con una concentrazione media annua di 28 µg/mcs, seguono gli altri centri urbani europei con valori di gran lunga più bassi.
Esistono tuttavia alcuni progetti pilota di eccellenza in ambito industriale, dimostratisi efficaci per limitare l’impatto ambientale. “Ambasciatore di Impatto Zero®”, ad esempio, è il titolo che LifeGate conferisce alle aziende che, più di altre, hanno fatto un lavoro concreto nell’ambito della sostenibilità, non solo grazie al progetto Impatto Zero, ma anche attraverso l’implementazione di iniziative di Responsabilità Sociale d’Impresa e l’impegno nel diffondere questi valori a dipendenti, fornitori e consumatori.
GUNA S.p.A., l’azienda farmaceutica italiana che dal 1983 sviluppa proposte terapeutiche d’avanguardia ed è leader nazionale nella medicina dei bassi dosaggi, considera da sempre l’attenzione all’ambiente parte integrante delle sue politiche aziendali anche grazie a un programma di Energy Saving, che ha contribuito a ridurre le emissioni nocive e a sviluppare nei dipendenti una maggiore coscienza della sostenibilità.
Così GUNA S.p.A. anche per il 2018, decimo anno consecutivo, sostiene con soddisfazione il progetto Impatto Zero® di LifeGate compensando le emissioni di CO2 prodotte dallo stabilimento di produzione di Via Palmanova 69 a Milano con l’acquisto di crediti di carbonio generati con interventi di creazione e tutela di foreste in crescita e lo sviluppo di progetti di efficienza energetica e per la produzione di energia rinnovabile.
“L’adesione a questa iniziativa ci dà nuovamente la possibilità di sottolineare l’importanza della presa di consapevolezza dell’impatto ambientale delle attività industriali, ed essere ‘ambasciatori’ di questo progetto ci rende particolarmente orgogliosi: dimostra la centralità del ruolo di ogni impresa nel tentare di generare un ‘epidemia di consapevolezza’ e attenzione da parte di altre realtà aziendali su questi temi vitali per la sopravvivenza del pianeta”, ha commentato Alessandro Pizzoccaro, Fondatore e Presidente del CdA di GUNA S.p.a., azienda che festeggia quest’anno i 35 anni di attività.
In veste di Ambasciatore di Impatto Zero® GUNA S.p.A. proseguirà la sua opera di sensibilizzazione e assumerà un ruolo da protagonista nelle sfide ambientali a vantaggio soprattutto delle future generazioni. Per questo l’Azienda ha aderito anche a Zero Impact® Web il progetto di LifeGate creato per calcolare, ridurre e compensare le emissioni di anidride carbonica prodotte navigando su internet.