Quando, nel 1972, il comandante dell’Apollo 17 Harrison Schmitt fece ritorno dalla sua missione sulla Luna, soffrì per un giorno intero di quella che lui stesso definì ‘febbre da fieno lunare’. Ora un team di ricerca spiega il motivo: il mal di luna esiste davvero, e la sua causa è la polvere.
È il risultato di un nuovo studio americano recentemente pubblicato sulla rivista GeoHealth, secondo cui la superficie lunare è ricoperta di particelle dannose per la salute. Se ne erano già accorti appunto alcuni astronauti delle missioni Apollo, che avevano sofferto attacchi di starnuti e forte lacrimazione dopo che il sottile pulviscolo rimasto attaccato alle tute spaziali era stato portato nelle navicelle Shuttle.
Il nuovo studio – spiega Global Science – mostra che non si trattava di una sorta di allergia: la polvere del nostro satellite è realmente tossica. Gli scienziati hanno analizzato un analogo terrestre considerato simile al pulviscolo lunare, le ceneri vulcaniche dell’Arizona e i frammenti di lava provenienti dal Colorado. I risultati degli esperimenti in laboratorio mostrano che queste polveri, abbastanza sottili da essere inalate, possono produrre pesanti alterazioni al Dna e uccidere gran parte delle cellule polmonari. Ecco dunque un elemento da tenere in seria considerazione nella nuova corsa alla Luna a cui stanno puntando le agenzie spaziali: i futuri coloni lunari dovranno stare molto attenti all’aspetto polveroso del nostro satellite.