Il Monte Merapi, che si trova al confine tra le province di Yogyakarta e di Giava, in Indonesia, ha eruttato nuovamente. L’eruzione freatica ha dato origine ad una colonna di cenere che ha raggiunto un’altezza di 3.500 metri e che ha ricoperto tutta l’area circostante, dalla quale sono state evacuate circa 660 persone, fanno sapere le autorità. Per eruzione freatica si intende quell’eruzione indotta dal magma che riscalda le acque sotterranee, provocando il rilascio di vapori a causa della pressione.
L’eruzione è durata solo tre minuti e ha prodotto un boato molto forte. Per evitare un disastro maggiore, il governo indonesiano ha dichiarato lo stato di allerta. Inoltre, sono state vietate le escursioni sulle pendici del vulcano e le attività umane nella zona nel raggio di 3 km dal cratere.
Il Monte Merapi ha eruttato 4 volte in due giorni, il che ha costretto le autorità ad innalzare lo stato di allerta. L’aeroporto di Yogyakarta, la città più vicina al vulcano, è stato chiuso per breve tempo in questo mese a causa delle eruzioni.
Il vulcano di quasi 3.000 metri di altezza si trova a circa 30 km dal centro di Yogyakarta. Circa 250.000 persone vivono entro un raggio di 10 km dal vulcano. Nel corso delle epoche, gli indonesiani hanno coltivato il fertile suolo vulcanico sulle pendici della montagna e più recentemente il vulcano è diventato un sito turistico. La sua ultima eruzione maggiore nel 2010 ha ucciso 347 persone e causato l’evacuazione di circa 20.000 abitanti.
L’Indonesia, un arcipelago con oltre 250 milioni di persone, si trova nel cosiddetto Anello di Fuoco, la serie di linee di faglia che circonda il Pacifico dalla Nuova Zelanda fino alla punta meridionale del Sud America. Per questo motivo, lo stato è soggetto a terremoti ed eruzioni vulcaniche. I sismologi indonesiani monitorano oltre 120 vulcani attivi nel territorio.