Si è trovato un cantuccio accogliente nell’orbita del ‘peso massimo’ del Sistema Solare e può vantare il record di esserne il primo ospite di lunga durata, originario di un altro sistema: si tratta dell’asteroide 2015 BZ509, la cui zona natia dovrebbe essere la regione di formazione stellare Ngc 604, situata nella costellazione del Triangolo ad una distanza di oltre 2 milioni di anni luce dalla Terra. L’asteroide in questione è protagonista dello studio “An interstellar origin for Jupiter’s retrograde co-orbital asteroid”, appena pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society: Letters. La ricerca – spiega Global Science – è stata condotta da due astronomi, facenti capo rispettivamente dell’Osservatorio della Costa Azzurra a Nizza e all’Università di San Paolo del Brasile; gli studiosi si sono basati sui dati del telescopio Lbt (Large Binocular Telescope) in Arizona e hanno utilizzato anche simulazioni informatiche, soprattutto per ricostruire la provenienza dell’oggetto.
Non è la prima volta che viene individuato un corpo celeste estraneo al Sistema Solare, basti pensare al noto ‘Oumuamua che nel 2017 si è guadagnato spesso gli onori della cronaca per il suo passaggio. Il caso di 2015 BZ509 è però diverso: non è un corpo celeste in transito, ma ha messo radici nell’orbita di Giove e oltretutto segue una traiettoria retrograda. Questo movimento retrogrado è differente rispetto a quello degli altri corpi del Sistema Solare, che si muovono intorno al Sole nella stessa direzione e hanno ‘ereditato’ questa caratteristica dalla nube di gas e polveri da cui si sono formati. Tenendo presente il moto anomalo di 2015 BZ509 e ricorrendo a modelli informatici per tracciare la sua provenienza, gli astronomi si sono spinti indietro nel tempo fino agli albori del nostro sistema planetario, 4 miliardi e mezzo di anni fa; i risultati della simulazione hanno messo in evidenza che 2015 BZ509 ha sempre avuto questo particolare movimento. Gli autori del paper, quindi, hanno ipotizzato che l’asteroide non doveva trovarsi nell’antico Sistema Solare, ma che doveva essere stato prelevato da un altro sistema.
La migrazione di un asteroide da un sistema stellare ad un altro, secondo il team della ricerca, si verifica perché il Sole si è formato inizialmente in un cluster stellare molto affollato in cui ogni astro ha il suo sistema di pianeti e asteroidi. La vicinanza tra le stelle e la forza gravitazionale dei pianeti hanno ‘dato il la’, successivamente, ad un’azione sinergica che ha contribuito a scatenare questi fenomeni migratori tra differenti sistemi stellari. Per il gruppo di lavoro la scoperta di 2015 BZ509 può schiudere nuovi scenari di ricerca, soprattutto dell’ambito della formazione planetaria e dell’evoluzione del Sistema Solare, ma può avere implicazioni sullo studio delle origini della vita sulla Terra.