Ambiente: tre tendenze sulla sostenibilità nel settore retail

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La Giornata Mondiale dell’Ambiente si celebra il 5 giugno. E’ in questo contesto che un numero sempre maggiore di cittadini stanno diventando consapevoli dell’impatto delle attività umane sull’ambiente fisico e della necessità di realizzare azioni che riducano al minimo tale impatto e promuovano la sostenibilità.

L’ultimo studio globale della società di consulenza GfK sottolinea che il 76% dei consumatori si aspetta che i brand mostrino un certo livello di impegno nei confronti dell’ambiente. Tuttavia, queste richieste vanno oltre: il 28% dei cittadini afferma che i brand hanno l’obbligo morale di essere rispettosi dell’ambiente.

In questo contesto, i consumatori sono più esigenti rispetto a ciò che comprano e ciò che consumano; cercano prodotti di qualità che siano rispettosi della natura e benefici per l’ambiente. Per questa ragione, sempre più brand stanno lavorando per rendere i loro processi e i prodotti finali rispettosi dell’ambiente e sostenibili. Alla luce di questo, Tiendeo.it presenta le tendenze che daranno forma al settore della vendita al dettaglio in termini di sostenibilità e ambiente nei prossimi anni.

Nuovi articoli, materiali riciclati

Secondo i dati Eurostat, viene riciclato in media il 45% dei rifiuti solidi generati nell’Unione europea. L’Italia è tra i primi 10 paesi del continente che riciclano di più, con il 43% dei rifiuti del paese gestiti per il riutilizzo. Sempre più cittadini italiani sono consapevoli dell’impatto positivo sull’ambiente derivante dal riciclaggio dei rifiuti.

In risposta a questa nuova mentalità, ci sono molti brand che stanno iniziando a produrre articoli con materiale riciclato. Un marchio che esemplifica questa tendenza è Nike. Fin dalla Coppa del Mondo di calcio Sudafrica 2010, la multinazionale dello sport ha realizzato kit di plastica ottenuta da bottiglie riciclate. Secondo la stessa azienda, ogni maglietta è fatta di materiale equivalente a 16 bottiglie di plastica.

D’altra parte, ci sono anche piccole iniziative che hanno centrato il loro modello di business attorno alle materie prime generate dai rifiuti urbani. Questo è il caso delle scarpe GumShoe, dove la suola della scarpa è composta al 20% da chewing gum. Questo progetto è stato promosso dalla città di Amsterdam, con l’obiettivo di sbarazzarsi della tonnellata e mezza di chewing gum che viene ripulita dalle strade della città ogni anno. Un solo chilo di gomma è sufficiente per fare le suole di quattro paia di queste scarpe.

Il cibo biologico

Uno studio recente di Kantar indica che la penetrazione media del mercato per i prodotti alimentari biologici in Europa è dell’80%. Queste cifre indicano che i cittadini europei sono pienamente consapevoli del consumo di cibo che non ha un impatto negativo sull’ambiente.

In risposta a questa tendenza, sempre più rivenditori del settore alimentare sono alla ricerca di modi per portare ai propri clienti alimenti più sostenibili prodotti nel rispetto dell’ambiente. Un rivenditore che esemplifica questa tendenza è Lidl, che ha recentemente lanciato una linea di prodotti per bambini realizzati con ingredienti biologici. Dal 2016, il rivenditore tedesco ha triplicato le referenze biologiche sui suoi scaffali, e ora cerca di raggiungere un pubblico più giovane, con l’obiettivo di incoraggiare abitudini di consumo responsabili tra i membri più giovani della famiglia.

D’altra parte, i principali brand di distribuzione alimentare stanno concentrando i loro sforzi sulla rimozione di ingredienti dannosi per l’ambiente dai loro prodotti white label. L’olio di palma è un ingrediente al centro della maggior parte di questi sforzi, a causa dell’alto costo ambientale della sua produzione. In questo caso, è Aldi, un altro dei grandi rivenditori tedeschi che ha eliminato il 100% dell’olio di palma utilizzato nella produzione dei propri prodotti biologici white label.

L’eliminazione della plastica

L’inquinamento causato dalla plastica è il tema della Giornata Mondiale dell’Ambiente di quest’anno. Recentemente, un certo numero di enti pubblici di varie regioni del mondo – con l’Unione Europea in prima linea – si sono impegnati a regolare la graduale eliminazione della plastica nei prodotti usa e getta.

Il settore del commercio al dettaglio sta anche lavorando per eliminare la plastica da tutti i suoi processi e tra le misure più importanti ci sono l’eliminazione delle buste di plastica o la loro sostituzione con sacchetti riutilizzabili e l’aumento della vendita di prodotti alimentari sfusi. Oltre alle misure più tradizionali, negli ultimi tempi sono emerse nuove tecnologie che consentono di ridurre l’uso della plastica in modo più semplice. E’ il caso di Ooho, una bolla d’acqua progettata dall’azienda inglese Skipping Rocks Lab. La bolla è circondata da una membrana gelatinosa che può essere mangiata o scartata, poiché è biodegradabile come un frutto.

In questo contesto, i marchi al dettaglio stanno iniziando a lavorare per aumentare la sostenibilità dei loro processi nei prossimi anni. Da un lato, le aziende elevano i loro standard di sostenibilità e rispetto per l’ambiente; dall’altra, implementano azioni di responsabilità sociale aziendale con cui connettersi con acquirenti impegnati in uno stile di vita più ecologico.

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