Si è tenuto ieri, presso la sede dell’Agenzia Spaziale Italiana, il Gaia Science Day, workshop dedicato alla missione del programma scientifico dell’ESA, ideata per realizzare una mappa tridimensionale della nostra galassia, rivelandone la composizione, la formazione e l’evoluzione.
L’evento è iniziato con l’intervento di Barbara Negri, Responsabile ASI dell’Unità seguito da Filippo Zerbi, Direttore Scientifico dell’Inaf, Marco Castronuovo, Program Manager di Gaia di ASI, Marco Lattanzi, di Inaf, responsabile per l’Italia della missione. Durante il seminario sono stati trattati diversi temi, tra cui il ruolo italiano nella missione, il contributo nazionale al processamento dei dati e il secondo data release, lo stato dell’arte delle indagini scientifiche e, in conclusione, il futuro della missione stessa, ai quali hanno preso parte esperti dei vari osservatori dell’Inaf.
Proprio in questi giorni – spiega l’ASI – Gaia ha riservato un’altra sorpresa alla comunità scientifica. Un recente studio, basato sul secondo data relase, ha fornito nuove ed accurate informazioni sulla posizione e sul movimento di milioni di stelle nella Via Lattea, che potrebbero aiutare gli scienziati a studiare la sua evoluzione.
Il team di astronomi a capo della ricerca ha osservato un gruppo di stelle situato a 3 anni luce di distanza dal Sole – poiché l’accuratezza della posizione e del movimento è maggiore per le stelle che sono più vicine a noi – scoprendo cinque piccoli cluster, che ritengono essere il risultato di una fusione con una grande galassia. “Questa fusione pensiamo che debba aver rimodellato il disco della nostra Via Lattea”, afferma il principale autore dello studio Helmer Koppelman. “Possiamo dire che la nostra Via Lattea è stata plasmata da un massiccio evento di fusione e da alcune fusioni più piccole”.
Lo studio si è concentrato anche sulla ricerca delle stelle appartenenti alla Corrente stellare di Helmi. Fino ad ora erano state identificate meno di venti stelle appartenenti alla corrente stellare. I dati di Gaia hanno aggiunto più di un centinaio di nuove stelle. Un’ulteriore analisi dovrebbe chiarire la natura della galassia che ha prodotto questo flusso.
“Osserveremo anche le stelle situate oltre i 3 anni luce di distanza per scoprire nuovi ‘membri’ dei diversi flussi che abbiamo identificato. Insieme alle simulazioni sull’evoluzione della galassia, questo dovrebbe darci nuove e interessanti intuizioni sull’evoluzione della Via Lattea“.