Con lo scenario apocalittico andrebbero in fumo 3,3 miliardi di esportazioni agroalimentari Made in Italy in Gran Bretagna realizzati nel 2017. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti in merito agli effetti della peggiore ipotesi di Brexit senza accordo il 29 marzo prossimo messo a punto da alti funzionari del governo britannico. Una eventualità drammatica per i sudditi della Regina, ma anche – sottolinea la Coldiretti – per le imprese italiane particolarmente attive su un mercato molto importante per il cibo e le bevande nostrane. La voce più importante della tavola nelle esportazioni tricolori – sottolinea la Coldiretti – è infatti rappresentata dal vino, con un valore di 810 milioni di euro di esportazioni nel 2017 e, in particolare, dal Prosecco immancabile nei party inglesi. Al secondo posto tra i prodotti agroalimentari italiani più venduti c’è – sostiene la Coldiretti – la pasta, ma rilevante è anche il ruolo dell’ortofrutta, dei formaggi e dell’olio d’oliva. Piu’ dello scenario apocalittico a preoccupare – continua la Coldiretti – è però soprattutto il rischio che con l’uscita dall’Unione Europea si affermi in Gran Bretagna una legislazione sfavorevole all’esportazioni agroalimentari italiane come l’etichetta nutrizionale a semaforo sugli alimenti che si sta diffondendo in gran parte dei supermercati inglesi e che boccia ingiustamente quasi l’85% del Made in Italy a denominazione di origine (Dop). L’etichetta semaforo indica – conclude la Coldiretti – con i bollini rosso, giallo o verde il contenuto di nutrienti critici per la salute come grassi, sali e zuccheri, ma non basandosi sulle quantità effettivamente consumate, bensì solo sulla generica presenza di un certo tipo di sostanze, porta a conclusioni fuorvianti arrivando a promuovere cibi spazzatura come le bevande gassate dalla ricetta ignota e a bocciare il Parmigiano Reggiano o il Prosciutto di Parma, ma anche un elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva le cui esportazioni sono calate in quantità del 13,5% nel 2017.