Cani bruciati vivi a Sondrio: gesto folle o faida tra cacciatori?

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Questa mattina il presidente di AIDAA Lorenzo Croce ha firmato l’esposto che è stato inviato alla Procura della Repubblica di Sondrio in merito alla vicenda dei due cani bruciati vivi nel loro recinto nel piccolo paese delle orobie valtellinesi“: lo spiega l’associazione animalista in una nota. “Tre le indicazioni contenute nell’esposto in base alle segnalazioni ricevute. La prima riguarda una segnalazione relativa alla gestione dei cani che sarebbe stata fatta dai vicini alle autorità che per motivi non chiari non hanno effettuato il sopralluogo per verificare se i cani erano o meno tenuti in condizioni adeguate dalla proprietaria (e visto il recinto parrebbe proprio di no), la seconda indicazione è la possibile individuazione una pista che porta ai vicini di casa, che secondo quanto dichiarato dalla proprietaria dei cani si sarebbero in passato lamentati minacciando la morte dei cani, certo appare molto strano che chi decide di fare un simile atto sia cosi poco previdente da annunciarlo, e se di questo si tratta ci viene da chiedere perchè bruciare vivi i cani e non limitarsi per esempio ad avvelenarli come succede quasi ovunque,  la terza e più inquietante ipotesi è che dietro a questo gesto possa nascondersi il gesto di un folle magari autolesionista, o ancora peggio una faida, un avvertimento in stile mafioso magari una faida tra cacciatori per motivi che non siamo ancora in grado di decifrare. L’appello di AIDAA è che chiunque abbia notizie in merito a quanto avvenuto si rivolga direttamente ai carabinieri di Morbegno che stanno seguendo le indagini.

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