Il rapporto “Off Target” pubblicato oggi dal Climate Action Network (Can) Europe, coalizione di associazioni impegnate nella lotta ai cambiamenti climatici, ha elaborato una classifica che valuta la performance climatica dei Paesi dell’Unione Europea sulla base dell’ambizione degli obiettivi e delle politiche per il clima e l’energia, tenendo conto anche dei loro progressi nella riduzione delle emissioni e nella promozione di rinnovabili ed efficienza energetica. Secondo il rapporto Europa e Italia sono ancora molto lontane dal tradurre in realtà l’Accordo di Parigi del 2015: nessun Paese UE avrebbe una performance sufficiente, sia per ambizione che per progressi, nel ridurre le emissioni climalteranti.
L’Italia si classifica al 12° posto con il 41% dei punti: una performance insufficiente dovuta a una posizione poco ambiziosa, combinata con un trend medio di riduzione delle emissioni. Risultato raggiunto nonostante una politica climatica nazionale non adeguata agli obiettivi di Parigi, ma che – come sottolineato – vede un forte contributo delle rinnovabili e dell’efficienza energetica.
In testa nella classifica del rapporto “Off Target” troviamo Svezia (77% dei punti), Portogallo (66%), Francia (65%), Olanda (58%) e Lussemburgo (56%). Trend negativo, rispetto al passato, per Danimarca (49%) e Germania (45%), che hanno abbandonato la loro storica leadership nella lotta ai cambiamenti climatici.
Fanalino di coda Estonia (24%), Irlanda (21%) e Polonia (16%) per la loro opposizione ad un’ambiziosa azione climatica sia a livello europeo che nazionale.
“L’Europa è ancora lontana dal centrare il bersaglio nella lotta ai cambiamenti climatici con il grave rischio di mancare gli obiettivi fissati nell’Accordo di Parigi“, dichiara Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, in riferimento al rapporto “Off Target”. La fotografia scattata dal rapporto “evidenzia in pieno le difficoltà da parte dei Paesi europei nell’attuare e mettere in campo politiche e azioni concrete in grado di ridurre le emissioni climalteranti. Solo pochi Paesi si stanno muovendo in questa direzione, mentre molti altri sono in gravissimo ritardo e tra questi c’è l’Italia che si salva solo grazie all’importante contributo delle energie rinnovabili, cresciute sull’onda lunga degli investimenti degli anni scorsi e purtroppo arrestatasi nel 2014, e dell’efficienza energetica”. “I negoziati in programma a livello europeo nei prossimi giorni su efficienza energetica e governance sono fondamentali per consentire ulteriori passi in avanti con un accordo più ambizioso. È importante che l’Italia confermi la posizione avanzata, in linea con il Parlamento, assunta per la prima volta al Consiglio Energia dello scorso 11 giugno. Un segnale indispensabile per evidenziare la volontà politica del nuovo governo di voltare definitivamente pagina e impegnarsi senza ambiguità per una forte leadership europea nell’azione climatica globale“. “Un impegno indispensabile non solo per tradurre in realtà la promessa di Parigi. Ma, soprattutto per accelerare la transizione, fondata su efficienza energetica e rinnovabili, verso la decarbonizzazione dell’economia italiana ed europea. Solo così sarà possibile vincere la triplice sfida climatica, economica e sociale, creando nuove opportunità per l’occupazione e la competitività delle imprese europee. Una sfida che l’Europa e l’Italia non possono fallire”.