Al Piano antincendio 2018 dell’Emilia-Romagna si applicheranno i contenuti del nuovo Piano regionale di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi per il periodo 2017-2021, approvato dalla Giunta regionale lo scorso agosto al termine di un percorso di condivisione con tutti i soggetti interessati: oltre alla Regione, vigili del fuoco, carabinieri forestali, volontariato di protezione civile, Anci, Uncem, Parchi nazionali ed Enti di gestione per i parchi e la biodiversità.
Il coordinamento delle attività di antincendio è in capo alla Sala operativa unificata permanente (Soup), attiva dal 1 luglio al 30 settembre dalle 8 alle 20 presso l’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile.
Nuove competenze si riconoscono in capo ai sindaci: gli spetta il compito di organizzare eventuali e ulteriori attività di sorveglianza e avvistamento degli incendi su base comunale, ordinare l’evacuazione della popolazione e coordinarne le operazioni, oltre che fornire ogni supporto alle forze impegnate nello spegnimento e nella successiva bonifica.
In Emilia–Romagna la superficie boschiva è cresciuta del 20% negli ultimi trent’anni e oggi copre 611 mila ettari, circa un terzo dell’intero territorio. Le foreste interessano quasi esclusivamente l’alta collina e la montagna, mentre solo il 3% è presente nella fascia territoriale della pianura: una delle priorità del Piano è proprio quella di incrementare i boschi nelle aree pianeggianti perché fungano da polmoni verdi intorno alle città e da corridoi naturali, a cominciare da quelli posti in prossimità dei corsi d’acqua. L’anno scorso, dal 1 luglio al 10 settembre 2017, in Emilia-Romagna si sono registrati oltre 720 incendi: circa 650 hanno riguardato più di 320 ettari di sterpaglie; 34 hanno interessato 230 ettari di boschi; più di 40 sono stati di interfaccia (cioè quelli che partiti dal bosco mettono a rischio anche abitazioni).