Il Politecnico di Zurigo ha elaborato un documento, messo a punto dalla politologa Sophie-Charlotte Fischer, secondo cui la Cina punta a diventare una superpotenza nel campo dell’intelligenza artificiale entro il 2030, sfidando gli Stati Uniti. Secondo l’esperta, l’ascesa della Cina è a buon punto, tuttavia vede gli annunci del Paese anche con un occhio critico: “I microchip più potenti per le applicazioni di intelligenza artificiale provengono ancora dagli Stati Uniti“.
Per gli attivisti dei diritti umani, un rischio potrebbe derivare dall’obiettivo dichiarato di utilizzare questa tecnologia per “mantenere la stabilità sociale“: la Cina avrebbe il potenziale di creare una sorveglianza totale, basata proprio sull’intelligenza artificiale, se si considerano le 176 milioni di telecamere di sorveglianza attive e altre 450 milioni in arrivo per il 2020.