Il maltempo torna sull’Italia dopo il 63% di pioggia in piu’ rispetto alla media caduta a maggio che ha colpito a macchia di leopardo nelle campagne con temporali e grandine le coltivazioni e provocato ristagni idrici che hanno impedito le semine. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sugli effetti di una primavera anomala che ha provocato nei campi danni vicini al mezzo miliardo di euro dall’inizio dell’anno, sulla base dei dati Isac Cnr. E’ allarme per il ritorno della grandine che in questa fase – sottolinea la Coldiretti – è l’evento più temuto dagli agricoltori perché causa danni irreversibili e provoca la perdita dell’intero raccolto dopo un anno di lavoro. Nubifragi e grandine hanno colpito da nord a sud del Paese e se nel modenese sono stati colpiti vigneti, mais, barbabietole e frumento a pochi giorni alla mietitura, in Puglia in provincia di Bari ortaggi, grano e le ciliegie ancora sugli alberi hanno subito il colpo di grazia mentre nel nord Sardegna il foraggio appena falciato è inservibile e colture in pieno campo distrutte. Quest’anno è sparito dagli alberi un frutto su quattro, dalle albicocche alle ciliegie, dalle pesche alle nettarine fino alle susine secondo una stima della Coldiretti. Il raccolto di pesche è previsto in calo di oltre il 20% nel Mezzogiorno e del 15% al nord e una produzione inferiore rispetto allo scorso anno tra il 10 ed il 30% per le ciliegie, ma con pezzature più grandi e di migliore qualità. Ridotta anche – precisa la Coldiretti – la disponibilità delle susine mentre ci saranno circa il 20% di albicocche in meno nei frutteti in Emilia-Romagna, Campania, Basilicata, Puglia, Piemonte, Sicilia e Calabria. Per non parlare degli ulivi con il clima impazzito del 2018 che – conclude la Coldiretti – ha spaccato la corteccia, bruciato le gemme e spogliato dalle foglie almeno 25 milioni di piante di ulivo dalla Puglia all’Umbria, dall’Abruzzo sino al Lazio con danni che, a seconda delle regioni, incideranno tra il 15% e il 60% della prossima produzione.