Ricerca: il cane un rischio per future pandemie

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Una ricerca della Icahn School of Medicine, guidato da Adolfo Garcia-Sastre e pubblicato sulla rivista mBio, ha analizzato il DNA di 16 virus dell’influenza prelevati tra il 2013 e il 2015 da cani della Cina meridionale: è emerso che l’animale potrebbe rappresentare un grande rischio per future pandemie.

I cani sono diventati un serbatoio per virus dell’influenza che provengono dai suini e che, con le mutazioni giuste, potrebbero arrivare all’uomo.

L’influenza può colpire diversi animali, che fanno da incubatori di mutazioni genetiche del virus: “In questo studio abbiamo identificato virus dell’influenza che sono saltati dai maiali ai cani“, ha spiegato Garcia-Sastre. “Abbiamo scoperto nei cani un’altra classe di virus che viene dai suini e che ha origine negli uccelli e che adesso sta subendo riassortimenti con altri virus canini“. “Ora nei cani abbiamo i ceppi H1N1, H3N2 e H3N8 e stanno iniziando a interagire tra loro: ricorda molto quello che è accaduto nei maiali con la pandemia di dieci anni fa“.

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