Ricerca sulla Sclerosi Multipla: a Firenze la seconda edizione del Biomarker Day

MeteoWeb

Torna a Firenze il Biomarker Day, l’incontro supportato da Merck, azienda leader in ambito scientifico e tecnologico, per permettere ai ricercatori italiani che conducono studi in sclerosi multipla di poter condividere le proprie esperienze, esplorando e valutando al contempo la possibilità di avviare nuovi percorsi di collaborazione.

Giunto alla sua seconda edizione, l’iniziativa – che si è tenuta il 30 e il 31 Maggio con un incontro dal titolo “The long and winding Road” – ha raccolto 20 ricercatori provenienti da prestigiosi Centri di ricerca di tutta Italia; tra questi, anche molti giovani.

Nel corso della manifestazione sono stati presentati 14 studi indipendenti sulla patologia realizzati grazie a un contributo incondizionato offerto da Merck. Questi progetti avevano come oggetto i biomarcatori molecolari, una frontiera che la medicina ha iniziato ad esplorare in molte branche già da alcuni anni ma che, nel campo della sclerosi multipla, sebbene siano stati fatti molti passi avanti, ad oggi non consentono di identificare con chiarezza il miglior trattamento per il paziente.

Da questo scenario deriva l’impegno dell’azienda e della comunità scientifica a favorire occasioni di confronto finalizzate a comprendere quale sia la scelta terapeutica più adatta per ogni singolo paziente.

Secondo quanto emerso durante i lavori, la possibilità di sfruttare una medicina sempre più personalizzata, identificando biomarcatori molecolari che possano predire l’andamento della malattia e, auspicabilmente, la risposta ai trattamenti, è uno tra gli obiettivi da perseguire nel campo della ricerca scientifica.

A conferma dell’impegno di Merck contro la Sclerosi Multipla, di recente l’azienda ha realizzato la campagna #MSInsideOut, un’iniziativa finalizzata a sostenere i pazienti e a promuovere una maggiore conoscenza della patologia.

Il progetto prevede la collaborazione con Shift.ms, social network dedicato a persone con sclerosi multipla, che realizzerà un documentario focalizzato sul punto di vista delle persone che fanno parte della comunità della SM.

Inoltre, fino all’8 giugno, ogni volta che su Twitter verrà condiviso l’hashtag #MSInsideOut, Merck donerà un euro alla Multiple Sclerosis International Foundation, fino ad un massimo di 20.000 Euro, da destinare alla ricerca scientifica.

Con 350 anni di storia alle spalle, Merck prosegue il suo impegno a supporto dell’innovazione continua in medicina”, commenta Antonio Messina, a capo del business biofarmaceutico di Merck in Italia. “Nell’area della Sclerosi Multipla, in particolare, siamo presenti da venti anni, con una grande e continua attenzione ai bisogni della comunità scientifica e dei pazienti: a riprova di ciò, recentemente, Merck ha ricevuto l’approvazione da parte dell’ Agenzia Europea del Farmaco (EMA) per un nuovo trattamento per la SM: cladribina compresse. Nel corso dell’edizione 2.0 del Biomarker Day sono stati presentati progetti di ricerca orientati ad approfondire il ruolo di questa molecola nell’attuale scenario terapeutico”.

La due giorni scientifica è stata inoltre arricchita da una tavola rotonda tra esperti per condividere progetti di Real World Evidence, Big Data Analysis (con studi da Registro) e l’utilizzo dei social-media come fonte di dati per comprendere al meglio le necessità dei pazienti.

La medicina, infatti, dopo anni di studi classici nella sperimentazione clinica, sta evolvendo verso nuove opportunità di ricerca che offrono il vantaggio di risultati più vicini alla pratica clinica, come, ad esempio, la Real World Evidence.

Un percorso che era già stato tracciato nella prima edizione 2017 del Biomarker Day, quando 13 ricercatori provenienti dai principali istituti di ricerca italiani avevano condiviso le proprie testimonianze.

L’incontro dello scorso anno è stato definito dai partecipanti come un esempio di partnership proficua tra Accademia e Azienda che, insieme, hanno saputo cooperare per rispondere ad un un bisogno dei pazienti: una medicina “cucita” sulle necessità e i bisogni di chi è affetto dalla sclerosi multipla.

Il focus dell’incontro del 2017 è stato la necessità di individuare biomarcatori di risposta per i pazienti trattati con interferone-?-1a“, conclude il Prof. Nicola De Stefano, professore di Neurologia del Dipartimento Scienze Mediche, Chirurgiche e Neuroscienze dell’Università di Siena. “Questa molecola che, quest’anno, compie il suo 20° compleanno, è stata tra i primi trattamenti con dimostrata efficacia nei pazienti con sclerosi multipla. Ancora oggi, molte delle nuove molecole nel panorama di trattamento della sclerosi multipla, per dimostrare un beneficio reale e diretto al paziente, devono confrontarsi con il profilo di efficacia e sicurezza dell’interferone-?-1a come standard di riferimento di terapia”.

Condividi