Chi è Sergio Costa: dalla Terra dei Fuochi al Ministero dell’Ambiente

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Sergio Costa è il nuovo Ministro dell’Ambiente: a indicare il suo nome per il dicastero di via Cristoforo Colombo era stato Luigi Di Maio già lo scorso febbraio. Alle 16 di oggi, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i suoi 18 Ministri giureranno al Quirinale dando l’avvio ufficiale al 65° esecutivo della Repubblica.

Generale di brigata dell’Arma dei Carabinieri e comandante della Regione Campania dei Carabinieri Forestali, Sergio Costa, classe 1959, è laureato in Scienze Agrarie con un master in Diritto dell’Ambiente.
Ha contribuito a svelare la vicenda della Terra dei Fuochi nel 2015: ha rivelato la pericolosità della “discarica sotterranea più grande d’Europa” a Calvi Risorta, in provincia di Caserta.
Il suo impegno nella lotta all’illegalità  ha contribuito a portare alla luce illeciti, abusivismo e discariche abusive, come quella di Cava Montone, nel Parco Nazionale del Vesuvio.
E’ stato uno dei sostenitori dell’utilità della legge 68 sugli ecoreati.

E’ inoltre il primo forestale al ministero dell’Ambiente: è stato comandante regionale del Corpo forestale dello Stato fino allo scioglimento del Corpo nel 2016, accorpato nell’Arma dei Carabinieri. Accorpamento sul quale Costa è stato molto critico, a difesa delle professionalità maturate dal Corpo in tema ambientale.

Nella lotta all’illegalità ambientale in Campania Sergio Costa è stato un nostro grande compagno di viaggio. Ha sempre servito lo Stato, con l’uniforme del Corpo Forestale dello Stato prima e con quella dei Carabinieri poi. Ora, siamo sicuri che lo farà in maniera egregia anche da ministro“: lo ha dichiarato all’AdnKronos il presidente di Legambiente Stefano Ciafani in riferimento alla nomina di Sergio Costa al ministero dell’Ambiente. Costa, secondo Ciafani, dovrà affrontare “da una parte, la semplificazione dell’iter di abbattimento delle costruzioni abusive, accentrando allo Stato le competenze oggi in capo ai comuni, togliendo così dal ricatto elettorale l’abbattimento degli ecomostri; dall’altra la legge per fermare il consumo di suolo, altro fenomeno che Costa ha conosciuto bene in Campania, facendo tesoro dell’esperienza già maturata nella scorsa legislatura“.

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