Un team internazionale di astrofisici potrebbe aver trovato la soluzione ad un problema che lascia perplessi gli scienziati da oltre 50 anni: perché le stelle negli ammassi globulari sono costituite da materiale diverso rispetto alle altre stelle delle Via Lattea?
In uno studio pubblicato da Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, il team guidato dall’University of Surrey, inserisce un nuovo attore nell’equazione che potrebbe risolvere il problema: una stella super-massiccia.
La Via Lattea ospita oltre 150 antichi ammassi globulari, ciascuno dei quali contiene centinaia di migliaia di stelle tenute insieme dalla gravità: queste stelle hanno quasi la stessa età dell’universo. Dagli anni ’60, si sa che la maggior parte delle stelle in questi ammassi contiene elementi chimici diversi rispetto a tutte le altre stelle della Via Lattea. Questi elementi non potrebbero essere stati prodotti all’interno delle stelle stesse perché richiedono temperature circa 10 volte più alte rispetto a quelle delle stelle.
Gli scienziati dell’University of Surrey ora sostengono che una stella super-massiccia, con una massa decine di migliaia di volte quella del sole, si sia formata nello stesso momento in cui si sono formati gli ammassi globulari. In quel momento, questi ultimi erano pieni di gas densi con cui si stavano formando le stelle. Mentre raccoglievano sempre più gas, queste stelle si avvicinavano le une alle altre tanto da entrare in collisione e formare una stella super-massiccia. Quest’ultima era abbastanza calda da produrre tutti gli elementi osservati e “inquinare” le altre stelle dell’ammasso con gli elementi peculiari che osserviamo oggi.
Il Prof. Mark Gieles (University of Surrey), tra gli autori dello studio, ha spiegato: “Quello che è davvero nuovo nel nostro modello è che le formazioni di stelle super-massicce e ammassi globulari sono fortemente collegate e questo nuovo meccanismo è il primo modello che può formare abbastanza materiale da inquinare l’ammasso con la giusta abbondanza di elementi diversi”.
Il team propone diversi modi per testare questo nuovo modello della formazione di stelle super-massicce e ammassi globulari con i telescopi esistenti e con quelli futuri, che possono scrutare in profondità nelle regioni in cui si sono formati gli ammassi globulari, quando l’universo era giovanissimo.