Turismo: sinergia tra Italia e Giappone per lo sviluppo del termalismo

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Lo sviluppo del turismo, la sostenibilita’ energetica e l’espansione dell’industria delle cure termali. Sono questi i temi affrontati durante il Summit internazionale dell’Onsen, svoltosi nella prefettura di Oita, nel sud ovest del Giappone. Il Paese del Sol Levante, con la sua intensa attivita’ sismica e vulcanica, conta piu’ di 3.000 sorgenti termali riscaldate geotermicamente, ricche di minerali, oltre a essere attrazioni turistiche molto frequentate da ogni fascia della popolazione. Il vertice della durata di tre giorni nella citta’ di Beppu, ha raccolto oltre mille partecipanti provenienti da 17 nazioni del mondo, inclusi diversi paesi asiatici, come la Cina, la Corea del Sud e il Vietnam. Per l’Italia era presente Massimo Sabbion, dell’Associazione alberghiera di Abano Montegrotto: 120 hotel dotati di centri termali e oltre 20mila posti letto, oltre a a essere l’unica localita’ con il fango brevettato a livello europeo. “Mentre noi siamo stati per quasi un secolo leader europei per il termalismo terapeutico, quindi fanghi e bagni termali – spiega Sabbion – adesso e’ importante coniugare queste attivita’ con il benessere e wellness, impegnando la clientela tutto il giorno, dalle attivita’ del mattino – con il risveglio muscolare sui colli, all’offerta enogastronomica, e la cura dell’alimentazione”. Secondo il rappresentante veneto e’ fondamentale mantenere una stretta collaborazione tra il settore privato – che ha la facolta’ di gestire le varie strutture alberghiere e i ryokan, come accade in Giappone, e il settore pubblico. Dal vertice nasce anche l’esigenza di una maggiore cooperazione tra i diversi paesi per la promozione del turismo internazionale. “L’Italia ha sicuramente molto da imparare dai giapponesi; la nostra e’ un’ospitalita’ molto piu’ ossequiosa, qui invece e’ ben calcolata. L’albergante giapponese si mette a totale disposizione in modo naturale, soprattutto con gli stranieri.” In Italia ci sono 380 spa mediche e terapeutiche riconosciute dal servizio nazionale, mentre ammonta a circa 100 milioni la spesa del servizio sanitario pubblico, in tutte le regioni, per il termalismo. “Secondo gli ultimi studi di mercato – conclude Sabbion – ogni euro di investimento dello stato produce 10 euro, grazie all’indotto, l’occupazione creata nelle infrastrutture e l’Iva”

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