La Regione Abruzzo “determinò le condizioni per il totale isolamento dell’Hotel Rigopiano” e gli indagati “attivavano tardivamente” il Comitato Emergenze: è il fulcro dell’accusa dalla Procura di Pescara in relazione alla gestione dell’emergenza.
Le condizioni dell’Hotel Rigopiano il 18 gennaio del 2017, quando una valanga travolse la struttura provocando 29 morti, erano “comunque tali da impedire che la strada provinciale dall’hotel al bivio Mirri, lunga 9,3 chilometri, fosse impercorribile per ingombro neve, di fatto rendendo impossibile a tutti i presenti nell’albergo di allontanarsi dallo stesso, tanto più in quanto allarmati dalle scosse di terremoto del 18 gennaio,” scrivono i magistrati.
Inoltre la Procura pescarese imputa alla Regione di avere attivato “tardivamente il Comitato Operativo Regionale per le Emergenze” evidenziando come gli indagati fossero “consapevoli dell’emergenza neve riguardante l’Abruzzo“.
Violazioni e negligenza la causa dei 29 morti
Negligenza, imperizia, imprudenza, e violazioni di norme, leggi e regolamenti, hanno causato la morte di 29 persone il 18 gennaio: questa l’ipotesi accusatoria formulata dalla Procura di Pescara e contenuta negli avvisi di garanzia notificati oggi ai presidenti delle ultime tre Giunte regionali, agli assessori regionali con delega alla Protezione civile e a vari funzionari regionali che si sono susseguiti dal 2006 al 2017.
La Regione consapevole dell’emergenza neve
“Consapevoli dell’emergenza neve riguardante l’Abruzzo” e, in particolare l’area montana della Provincia di Pescara, sulla base delle previsioni meteo, ma anche di segnalazioni e richieste d’intervento, si legge negli avvisi di garanzia consegnati oggi nell’ambito dell’inchiesta sul disastro dell’hotel Rigopiano. La Procura fa riferimento anche “agli avvisi di condizioni meteorologiche avverse, diffusi dal centro funzionale Abruzzo” e ai “bollettini valanghe emessi dal servizio Meteomont“, che in particolare nell’ultimo, quello del 17 gennaio alle 14, evidenziava “pericolo valanghe di grado tra 3 e 4 per la giornata, e di grado 4, cioe’ forte, per i successivi tre giorni“.
Senza carta valanghe mancata salvaguardia
La mancata emanazione della carta valanghe, “ha fatto si’ che le opere gia’ realizzate dell’Hotel Rigopiano non siano state segnalate dal sindaco” al Comitato tecnico regionale per lo studio della neve e valanghe, scrivono i magistrati negli avvisi di garanzia. Secondo i pm tali informazioni, “avrebbero determinato, ad opera del Comitato, l’immediata sospensione di ogni utilizzo, in stagione invernale, dell’albergo, fino alla realizzazione di idonei interventi di difesa anti valanghe nonche’ un valido piano di bonifica preventiva degli accumuli nevosi con procedure di distacco controllato“. Le condotte omissive avrebbero dunque provocato la morte di 29 persone e “lesioni personali, anche gravissime, ad altre nove presone presenti all’interno dell’Hotel“.