Al via la nuova era di Slow Food Italia: lotta allo sfruttamento ambientale, umano e sociale al centro del mandato fino al 2020

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«Stiamo vivendo una fase storica della nostra Associazione che segnerà la strada per un futuro straordinario, in Italia come nel mondo. La dichiarazione di Chengdu, Cina ottobre 2017, con le mozioni approvate a sostegno della nostra nuova via, rappresentano una linfa vitale che ha rinnovato molti entusiasmi nei territori in cui Slow Food è presente e dove la sua attività è stata al centro di iniziative importanti. Da quel momento, in tutte le nostre Condotte, in tutti i consessi regionali, all’interno del nostro Consiglio nazionale, le parole rinnovamento, inclusività, apertura, ascolto, sorriso, disponibilità, hanno acquisito nuova forza nei dialoghi e nei confronti e dovranno continuare a farlo per portare la nostra rete italiana a presentarsi degnamente al prossimo Congresso Internazionale del 2020». È con queste parole che i sette componenti del nuovo Comitato Esecutivo di Slow Food Italia si sono presentati ai 650 delegati riuniti a Montecatini Terme per il IX Congresso nazionale.
«Ci impegniamo a far nostri i temi delle mozioni, dei documenti e dei contributi che sono stati depositati da diverse parti d’Italia durante il Congresso sui temi delle migrazioni, della giustizia del cibo che consumiamo, del sostegno della rete dei giovani, dell’agricoltura sociale, della riqualificazione ambientale, della mobilità sostenibile così come della lotta a qualsiasi tipo di sfruttamento ambientale, umano e sociale nel sistema produttivo agricolo dei nostri territori. Il nostro modo di guardare alla biodiversità è stato e continua ad essere unico nel mondo, al confronto con la moltitudine di associazioni ed organizzazioni che lavorano sulla conservazione della biodiversità con le quali pure già collaboriamo e sempre più collaboreremo. Questa ricchezza dovrà essere al centro della nostra attività attraverso il nostro progetto dei presìdi, lo sviluppo dei mercati della terra, il consolidamento della rete dell’alleanza dei ristoratori. Ma anche attraverso il rafforzamento delle reti territoriali così come quelle tematiche che stanno svolgendo e possono svolgere un ruolo fondamentale nel nostro Paese, soprattutto in aree con specifiche fragilità. E questo impegno dovrà convergere in modo ancora più forte nell’ambito delle campagne internazionali come quella sugli orti in africa che ci hanno già visto impegnati negli anni scorsi o quella sul cambiamento climatico che merita una strategia attenta a partire proprio dai nostri territori con la consapevolezza di come si svolge a livello globale».

Gaetano Pascale, presidente uscente di Slow Food Italia, ha formalizzato il passaggio di consegne al nuovo Comitato Esecutivo: «Miei cari, vi aspettano due anni impegnativi. Noi tutti soci dobbiamo ringraziare queste persone che avranno tante soddisfazioni, ma gli oneri e le responsabilità saranno superiori agli onori che gli tributiamo oggi e che riceveranno in futuro. Dobbiamo essere a loro disposizione, con cura e attenzione, perché il nostro impegno passa anche attraverso il loro sacrificio. In me troverete sempre una persona di supporto in qualsiasi cosa farete. Siete straordinari per aver assunto la responsabilità dell’associazione in un momento così importante. Faremo molto insieme, con tutte queste belle persone che ci sono oggi e anche chi non è potuto venire. Grazie e buon lavoro!».

Chiamati a dirigere l’Associazione nel percorso di rinnovamento che porterà al Congresso del 2020, i sette componenti portano in dote la loro variegata esperienza nella rete Slow Food italiana:
Massimo Bernacchini, cinquant’anni, vive e lavora a Orbetello, dove è attivo nel mondo della cooperazione e della pesca. Dal 2006 è membro della Segreteria Regionale di Slow Food Toscana e consigliere nazionale;
Giorgia Canali, classe 1986, vive a Cesena dove lavora come giornalista. Nel 2010 viene eletta fiduciaria, contribuendo alla nascita della Rete giovani di Slow Food in Italia;
Antonio Cherchi, sassarese, 63 anni, commercialista, vive e lavora a Modena. Dal 2010 al 2014 è stato presidente di Slow Food Emilia-Romagna; dal 2015 ha ricoperto l’incarico di Tesoriere e consigliere nazionale;
Silvia De Paulis, agronoma, dal ’98 al Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Dal 2009, dopo il terremoto che ha sconvolto L’Aquila, ha contribuito alla realizzazione prima del progetto 10 orti per 10 tendopoli e poi del Mercato Contadino;
Giuseppe Orefice, tecnologo alimentare, ha 42 anni e dal 2014 è formatore nell’ambito del progetto Orto in Condotta e docente Master of Food; è il presidente uscente di Slow Food Campania e Basilicata;
Gaia Salvatori, classe 1989, componente della rete giovane di Slow Food Roma. Laurea in Comunicazione nel 2012 e specialistica in Marketing. In Cile lavora con Slow Food allo sviluppo dei Mercati della Terra, mentre oggi in Perú segue un progetto di conservazione produttiva della foresta amazzonica.
Francesco Sottile, agronomo, insegna Biodiversità e qualità delle colture agrarie all’Università di Palermo. In Slow Food ha cominciato vent’anni fa dal mondo dei Presìdi siciliani allargando sempre più la propria collaborazione sul piano tecnico e associativo anche all’estero.

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