E’ salito a 199 vittime il bilancio delle frane e inondazioni che hanno colpito il Giappone occidentale, secondo quanto riferito Yoshihide Suga, portavoce del governo. Oltre ai morti accertati, le autorità riferiscono di non avere notizie di decine di persone, circa sessanta secondo i media locali. Migliaia di abitanti sono alloggiati in rifugi pubblici, altri sono stati accolti dai parenti.
Secondo il Ministero della Salute oltre 244 mila abitazioni hanno subito danni, e circa 7mila persone si trovano ancora nei centri di accoglienza di 15 prefetture. A Fukuyama, a causa di danni rilevati lungo gli argini di due dighe, il governo municipale ha ordinato l’evacuazione dei residenti.
Proseguono le operazioni di soccorso da parte di circa 75 mila uomini delle Forze di autodifesa, polizia e vigili del fuoco, con temperature che superano i 30°C nelle aree colpite da quello considerato che ormai viene considerato il maggiore disastro causato da piogge torrenziali degli ultimi 30 anni.
Il livello delle acque in alcune parti inondate del quartiere di Mabi a Kurashiki (prefettura di Okayama) ha raggiunto in alcuni punti i 4.8 metri, in 14 punti di osservazione i pluviometri hanno registrato raccolte record per 72 ore.
Nel frattempo, dopo lo stop deciso a seguito delle alluvioni, le case automobilistiche Mazda e Mitsubishi Motors hanno riaperto gli impianti nelle zone colpite.
Mazda, che ha la sede principale a Fuchu, nella prefettura di Hiroshima, ha confermato la sicurezza dell’accesso per i propri dipendenti agli stabilimenti di Fuchu e Hofu, chiusi da sabato scorso (almeno 100 impiegati hanno subito allagamenti nelle proprie abitazioni, e per questo si era deciso di ridurre i turni di lavoro).
Mitsubishi Motors ha annunciato la riapertura della catena di assemblaggio nello stabilimento di Kurashiki, nella prefettura di Okayama, ma non ha confermato il ritorno a piena operatività.