Compatibilità ambientale e sviluppo sostenibile: ISPRA e RSE consolidano la collaborazione

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Monitoraggio di gas serra, mobilità urbana sostenibile, confronti tra laboratori ed addestramento sulle misure di emissioni in atmosfera, questi i primi temi individuati nell’accordo, della durata di tre anni, firmato dall’Amministratore Delegato della Società Ricerca Sistema Energetico (RSE) Stefano Besseghini e dal Presidente dell’Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale (ISPRA) Stefano Laporta, con il coinvolgimento del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA).

Interesse comune delle due Parti, che già sottoscrissero un Accordo nel 2015, è la collaborazione in attività di ricerca finalizzata sui temi della compatibilità ambientale e dello sviluppo sostenibile

L’ISPRA svolge attività conoscitiva, di controllo, monitoraggio, valutazione, nonché di informazione, divulgazione, educazione e formazione in materia ambientale, con riferimento alla tutela delle acque, alla difesa dell’ambiente atmosferico, del suolo, del sottosuolo, della biodiversità marina e terrestre e delle rispettive colture. Con la Legge 132 del 2016 è stato istituito il Sistema Nazionale a rete per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) – del quale fanno parte l’ISPRA – che ha funzioni di indirizzo e di coordinamento tecnico delle attività – e le Agenzie Regionali e delle Province Autonome di Trento e Bolzano per la protezione dell’ambiente – al fine di assicurare omogeneità ed efficacia all’esercizio dell’azione conoscitiva e di controllo pubblico della qualità dell’ambiente.

Ricerca sul Sistema Energetico s.p.a. (RSE) è una Società a totale partecipazione pubblica (il cui socio unico è Gestore dei Servizi Energetici GSE s.p.a.) che ha il compito di sviluppare progetti di ricerca di interesse pubblico generale per il sistema elettrico nazionale. RSE svolge attività di ricerca finalizzate all’innovazione ed al miglioramento delle prestazioni del sistema elettro-energetico dal punto di vista dell’economicità, della sicurezza e della compatibilità ambientale, con ampia diffusione dei risultati. Le ricerche svolte riguardano in particolare il campo del monitoraggio e misura delle emissioni di inquinanti in atmosfera da impianti fissi di generazione e la modellistica di diffusione e deposizione al suolo di inquinanti, nonché il monitoraggio dei gas ad effetto serra e della mobilità sostenibile.

La definizione dell’accordo di collaborazione con ISPRA”, ha dichiarato l’Amministratore Delegato di RSE Stefano Besseghini, “è un bell’esempio di come dovrebbero configurarsi le collaborazioni tra strutture di ricerca di interesse pubblico. Esso giunge non a dichiarare una volontà di collaborazione ma a certificare un’ attività su più fronti che va progressivamente consolidandosi nell’ambito delle reciproche competenze. La soddisfazione è anche maggiore alla luce del fatto che molti degli ambiti progettuali derivano dall’ applicazione e finalizzazione di temi di ricerca sviluppati nel settore elettrico che vanno progressivamente aprendosi all’approccio multisistema che caratterizzerà sempre di più l’ambito energetico.

L’approccio multidisciplinare al grande disegno di decarbonizzazione che il nostro paese supporta ne è forse l’esempio più chiaro e in questo ambito l’accordo siglato saprà dispiegare il massimo del suo potenziale anche nella prospettiva delle prossime importanti scadenze che ci attendono a partire dal piano clima energia.”

Il protocollo”, ha affermato il Presidente dell’ISPRA Stefano Laporta, “conferma un rapporto di collaborazione, di interscambio e di confronto che è già prassi costante per i tecnici e i ricercatori che, nei due enti, lavorano sui temi delle emissioni in atmosfera, della decarbonizzazione dell’economia e della mobilità urbana sostenibile. Sono dunque comuni la volontà e l’impegno di garantire un livello di analisi sempre più qualificato e integrato, che possa costituire un riferimento per i decisori e per i cittadini. Tale sinergia rappresenterà un ulteriore impulso alla capacità di ISPRA e di RSE di supportare, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze, le politiche future, nazionali e dell’Unione Europea, di tutela ambientale e di promozione di nuovi modelli di sviluppo ed economici, opportunamente orientati alla logica della circolarità e del più efficace utilizzo delle risorse”.

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