Crolla diga nel Laos: inondati villaggi, diversi morti e centinaia di dispersi

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Una diga idroelettrica in costruzione nella provincia sud-orientale di Attapeu in Laos è crollata nella notte, rilasciando cinque miliardi di metri cubi di acqua: lo riporta l’agenzia ufficiale del regime comunista, che parla di “diversi morti e centinaia di dispersi“. La struttura che ha ceduto è una diga ausiliaria di 770 metri usata per deviare l’acqua del fiume che alimenta il bacino formato dalla diga principale, ed è crollata a causa delle pesanti piogge degli ultimi giorni: lo ha scritto in un comunicato la Ratchaburi Electricity Generating Holding, la societa’ thailandese impegnata nella joint venture con due societa’ sudcoreane e una laotiana.

Il crollo della diga, che si trova nella provincia di Attapeu, ha causato l’inondazione di 6 villaggi. “Molte vite umane” sono andate perse e “diverse centinaia di persone disperse“, ha riferito la Laos News Agency. A seguito delle inondazioni oltre 6.600 persone hanno perso le loro abitazioni.

Le autorità hanno messo a disposizione imbarcazioni per trarre in salvo i superstiti nel distretto di San Sai, nella provincia sudorientale di Attapeu, riporta l’emittente ABC Laos.

Sono almeno 6.600 le persone che hanno perso la casa. Le autorità provinciali hanno esortato il governo a utilizzare tutte le agenzie statali per fornire aiuti di emergenza come cibo, acqua, vestiti e medicine. Alcuni video girati sul luogo del disastro mostrano intere case sott’acqua fino al tetto, mentre decine di residenti sopravvissuti vengono soccorsi a bordo di barche.

L’impianto era stato costruito dal gruppo Pnpc (Xe Pien-xe Namnoy Power Company) una joint-venture nata nel 2012 di cui fanno parte il gruppo thailandese Ratchaburi, la sudcoreana Korea Western Power e la locale Lao Holding State Enterprise. L’impianto, che avrebbe dovuto esportare il 90% dell’energia prodotta in Thailandia, era costato 1,2 miliardi di dollari e avrebbe dovuto entrare a pieno regime entro il 2019.

Il Laos è uno dei Paesi più poveri del sud-est asiatico: il governo ha puntato molto sullo sviluppo idro-elettrico, tanto da volerne fare la prima fonte di entrate entro il 2025, nonostante i rischi legati all’impatto ambientale, e i dubbi sollevati da diverse organizzazioni ambientaliste sulle conseguenze all’ecosistema del Mekong e alle comunità che vivono nei pressi del fiume.

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