Le sorprendenti origini (e non solo) di 9 comuni superstizioni

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Alcune superstizioni sono così radicate nelle società moderne che tutti, da persone comuni a scienziati, si arrendono ad esse o comunque si sentono preoccupati nel non seguirle. Ma perché non passiamo sotto le scale? Perché dobbiamo evitare a tutti i costi di aprire l’ombrello in casa? E perché anche per i non religiosi Dio deve “benedire” uno starnuto? Ecco le origini di 9 delle superstizioni più comuni.

1. Aprire l’ombrello in spazi chiusi porta sfortuna

Anche se alcuni storici hanno tentato di far risalire questa credenza all’antica epoca degli Egizi, le superstizioni che circondavano i parasole dei faraoni erano molto diverse e probabilmente non collegate alla superstizione moderna degli ombrelli. La maggior parte degli storici pensa che l’avviso contro l’apertura degli ombrelli all’interno si sia originata molto più recentemente, nell’Inghilterra vittoriana.

In “Le straordinarie Origini delle Cose di Tutti i Giorni”, lo scienziato e autore Charles Panati scriveva: “Nella Londra del XVIII secolo, quando gli ombrelli di metallo hanno cominciato ad essere una vista comune nei giorni di pioggia, il loro forte e sgraziato meccanismo a molla li ha resi veri pericoli da aprire all’interno. Un ombrello che si apriva improvvisamente in una piccola stanza avrebbe potuto ferire gravemente un adulto o un bambino o mandare in frantumi un oggetto frangibile. Anche un piccolo incidente potrebbe creare parole scortesi o una piccola discussione, tutti colpi di sfortuna in una famiglia o tra amici. Così la superstizione è nata come deterrente ad aprire un ombrello in spazi chiusi”.

2. Passare sotto le scale porta sfortuna

passare sotto scala superstizioniQuesta superstizione nasce 5.000 anni fa nell’antico Egitto. Una scala poggiata su un muro forma un triangolo e gli Egizi consideravano questa forma sacra, come dimostrato dalle loro piramidi. Per loro, i triangoli rappresentavano la trinità degli dei e attraversare un triangolo era come profanarla. Questa credenza si è fatta strada tra le epoche.

“Secoli dopo, i seguaci di Gesù Cristo hanno sostituito la tradizione, interpretandola alla luce della morte di Cristo. Poiché era stata poggiata una scala contro il crocifisso, è diventata il simbolo di malvagità, tradimento e morte. Passare sotto una scala portava disgrazia”, spiega Panati. In Inghilterra, nel 1600, i criminali erano costretti a passare sotto una scala sulla strada verso il patibolo.

3. Uno specchio rotto porta 7 anni di disgrazie

specchio rottoNell’antica Grecia, era comune consultare i “veggenti dello specchio” che analizzavano i riflessi. Come spiega lo storico Milton Goldsmith nel suo libro “Segni, Presagi e Superstizioni”, “la predizione era eseguita attraverso l’acqua e uno specchio. Questo è chiamato catoptromanzia. Lo specchio veniva immerso nell’acqua e alla persona ammalata era chiesto di guardare nel specchio. Se la sua immagine appariva distorta, sarebbe morto; altrimenti avrebbe continuato a vivere”.

Nel I secolo d.C., i Romani hanno aggiunto un avvertimento alla superstizione. All’epoca, si credeva che la salute delle persone cambiasse in cicli di 7 anni. L’immagine distorta risultante da uno specchio rotto, quindi, significava 7 anni di disgrazie e scarsa salute, piuttosto che la morte.

4. Quando si rovescia il sale, bisogna lanciarne un pizzico dietro la spalla sinistra per evitare la sfortuna

Rovesciare il sale è stato considerato un segno di sfortuna per migliaia di anni. Intorno al 3500 a.C., gli antichi Sumeri per primi hanno cercato di annullare la sfortuna del sale rovesciato lanciandone un pizzico dietro la spalla sinistra. Questo rituale si è diffuso fino agli Egizi, agli Assiri e dopo ai Greci. La superstizione riflette quanto le persone apprezzassero (e apprezzano tuttora) il sale come condimento per il cibo. L’etimologia della parola “salario” mostra quanto lo valorizziamo.

5. Che Dio benedica sempre uno starnuto

Nella maggior parte dei Paesi di lingua inglese, è educato rispondere allo starnuto di un’altra persona dicendo “Dio ti benedica”. Sebbene gli incantesimi di buona fortuna abbiano accompagnato gli starnuti in diverse culture per migliaia di anni (tutti largamente legati alla credenza che gli starnuti espellessero gli spiriti maligni), questa particolare credenza ha avuto origine nel VI secolo d.C. per ordine di Papa Gregorio Magno.

All’epoca, una terribile peste si stava diffondendo in Italia. Il primo sintomo erano starnuti cronici a cui seguiva subito la morte. Il Papa invitò tutti a pregare per gli ammalati e ordinò che le allegre risposte agli starnuti, come “salute”, fossero sostituiti dal più urgente “Che Dio ti benedica!”. Se una persona starnutiva da sola, il Papa raccomandava che dicesse una preghiera per se stessa sotto forma di “Dio mi aiuti!”.

6. Tenere un ferro di cavallo alla porta come segno di buona fortuna

Il ferro di cavallo è considerato come un portafortuna in molte culture. La fede nei suoi poteri magici risale ai Greci, che pensavano che il ferro avesse l’abilità di allontanare il demonio. Non solo era lavorato in ferro, ma nella Grecia del IV secolo assumeva anche la forma di una luna crescente, simbolo di fertilità e buona fortuna.

La fede nei suoi poteri è passata dai Greci ai Romani, fino ai Cristiani. Nelle Isole Britanniche del Medioevo, quando dilagava la paura delle arti magiche, le persone attaccavano un ferro di cavallo ai lati della casa e sulle porte. Le persone ritenevano che le streghe temessero i cavalli e sarebbero fuggite da ogni cosa che li avesse richiamati.

7. Un gatto nero che attraversa la strada porta fortuna/sfortuna

Molte culture concordano sul fatto che i gatti siano potenti segni, ma di buona o cattiva sorte? Gli antichi Egizi veneravano tutti i gatti, neri e di altro tipo, e così nacque la credenza che un gatto nero che attraversa la strada porta buona fortuna. La loro reputazione positiva la ritroviamo anche molto tempo più avanti, all’inizio del XVII secolo in Inghilterra: il re Carlo I teneva un gatto nero come animale domestico. Dopo la sua morte, si dice che il sovrano lamentasse che la sua fortuna era andata via. La supposta verità della superstizione è stata rinforzata quando fu arrestato il giorno dopo per alto tradimento.

Durante il Medioevo, le persone di molte altre parti d’Europa avevano la credenza opposta. Pensavano che i gatti neri fossero i compagni delle streghe o persino le streghe stesse camuffate e che un gatto nero che attraversava la strada era l’indizio di sfortuna, il segno che il diavolo li stesse osservando.  Questo sembra essere stato il pensiero dominante dei pellegrini andati in America, che forse spiega la forte associazione tra gatti neri e streghe che esiste nel Paese ancora oggi.

8. Il numero 13 è sfortunato

numero 13 superstizioniLa paura del numero 13 ha le sue origini nella mitologia norvegese. In un noto racconto, 12 dei erano stati invitati a cena a Valhalla, magnifico salone per banchetti di Asgard, città degli dei. Loki, il dio della lotta e del male, si imbucò alla festa, portando il numero dei partecipanti a 13. Gli altri dei cercarono di buttarlo fuori e nella lotta che ne seguì, il dio Balder, il preferito, fu ucciso.

L’evitare feste con 13 partecipanti o l’avversione per il numero in sé degli Scandinavi, si diffuse in tutta Europa. Fu rinforzata nell’era dei Cristiani dalla storia dell’Ultima Cena, in cui Giuda, il discepolo che tradì Gesù, era il tredicesimo ospite a tavola. Molte persone fuggono ancora oggi dal numero, ma non esiste alcuna prova statistica che dimostri che sia sfortunato.

9. Bussare sul legno per prevenire la delusione

Anche se gli storici sostengono che questa sia una delle superstizioni prevalenti negli Stati Uniti, la sua origine è molto dubbia. “Alcuni la attribuiscono all’antico rito religioso di toccare un crocifisso quando si fa un giuramento. Tra i contadini ignoranti dell’Europa potrebbe essersi originato nell’abitudine di bussare rumorosamente per tenere fuori gli spiriti maligni”, spiega Goldsmith.

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