La cometa di Rosetta è al centro di una nuova scoperta. Secondo uno studio condotto dall’Imperial College di Londra, l’ossigeno molecolare rilevato intorno a 67P Churyumov-Gerasimenko potrebbe provenire dall’interno della cometa e non dalla sua superficie. Gli strumenti a bordo di Rosetta – riporta l’Agenzia Spaziale Italiana – hanno analizzato i componenti della sua chioma rilevando che oltre a percentuali di acqua, monossido di carbonio e anidride carbonica sono presenti tracce di ossigeno molecolare, già individuato in altri corpi del Sistema Solare come alcune lune ghiacciate di Giove, ma mai intorno a una cometa.
Il team scientifico di Rosetta aveva inizialmente ritenuto che l’ossigeno potesse provenire dal nucleo della cometa e che fosse stato già presente durante la formazione di 67P, circa 4,6 miliardi di anni fa. I ricercatori dell’Imperial College hanno inizialmente evidenziato la presenza di una fonte diversa di ossigeno molecolare, innescata da ioni energetici ovvero molecole cariche elettricamente, una teoria che in seguito non ha trovato una base concreta.
“Abbiamo testato la nuova teoria sulla produzione di ossigeno molecolare superficiale utilizzando i dati provenienti dallo studio sugli ioni energetici, particelle che attivano i processi superficiali e che potrebbero portare alla produzione di ossigeno molecolare – commenta Kevin Heritier, autore dello studio – e conclusioni del nostro studio hanno dimostrato che gli ioni non possono essere responsabili dell’intera produzione di ossigeno molecolare osservata nella chioma della cometa“. Gli scienziati sono concordi nell’affermare che la teoria iniziale sull’ossigeno di origine primordiale è quindi con molta probabilità la più concreta, poiché combacia con le analisi più recenti.