Taormina, proposta di restauro geoambientale di Isolabella. Il senatore Ortolani: “Sembra che Legambiente si riferisca ad un altro progetto!”

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Qualche anno fa rimasi abbagliato dalla bellezza ambientale di Isolabella di Taormina: un monumento della natura. Mi colpì negativamente la bruttezza del muro di calcestruzzo e il disordine dei blocchi di calcestruzzo che delimitano la baia nella parte meridionale: uno scempio in tanta bellezza naturale. Proposi di mitigare lo scempio visivo citato e di effettuare un contenuto ripascimento della spiaggia, massimo 15 m, usando sedimenti simili a quelli esistenti, cioè non sabbiosi, poiché il logorio innescato dal moto ondoso aveva nelle ultime decine di anni “consumato” in parte i ciottoli (come si evince confrontando le carte e le foto degli anni 50 con quelle attuali)“. Lo comunica il senatore del Movimento 5 Stelle Franco Ortolani, geologo ed esperto di restauri ambientali.

Rilievi subacquei preliminari consentirono di accertare che nel fondale che sarebbe stato interessato dal ripascimento (fino a 15 m dall’attuale linea di riva) non vi è traccia di Posidonia. Tutti possono rifare questo accertamento. La prima figura, immagine in alto, evidenzia lo stato attuale ed in particolare lo scempio ambientale del muro e dei prismi di calcestruzzo che rovinano il monumento naturale. L’immagine in basso illustra lo scenario proposto dopo il restauro geoambientale con la realizzazione di contenitori (adeguatamente mimetizzati, fondati e strutturati, per la messa a dimora di vegetazione autoctona come quella esistente nella parte centrale della spiaggia in modo da coprire il muro) e contenuto rinascimento“.


La seconda figura, immagine in alto, illustra la parte meridionale della spiaggia come si presenta attualmente con la linea gialla punteggiata che individua i 15 m dalla linea di riva attuale. Come si vede anche nella immagine in basso, nei primi 15 m di fondale non vi è assolutamente presenza di Posidonia“.

Leggo oggi (29 luglio 2018) che Legambiente sostiene che sia stato finanziato un “insensato progetto di ripascimento artificiale dell’Isola Bella ed ha chiesto al Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, la revoca del finanziamento. Sostiene ancora Legambiente “Siamo assolutamente contrari a questo progetto che snaturerebbe sia la natura ciottolosa delle spiagge, trasformandole in sabbiose, sia l’ecosistema. Occorre sottolineare che le spiagge della baia dell’Isola Bella, Riserva Naturale e Sito Natura 2000 non sono mai state interessate da alcun processo erosivo e sono sempre state poco profonde e costituite naturalmente da ciottoli e da blocchi. Inoltre, all’interno della baia sono presenti numerosi affioramenti di Posidonia Oceanica, specie protetta, che sarebbe fortemente danneggiata direttamente e indirettamente dall’eventuale ripascimento. Siamo convinti che questo pessimo progetto danneggerebbe il turismo, invece di sostenerlo.”
Mi viene il sospetto che Legambiente non abbia letto il progetto di restauro geoambientale in quanto afferma cose non contenute nella proposta.
Essendo l’ispiratore della proposta di restauro geoambientale ci tengo a sottolineare che:
– Legambiente nulla dice circa lo scempio ambientale della parte meridionale della spiaggia rappresentato dal muro e prismi di calcestruzzo mal sistemati in un monumento naturale; problema che la proposta vuole mitigare.
– Legambiente fa riferimento ad un rinascimento con sabbia che non è assolutamente preso in considerazione nella proposta di restauro geoambientale;
– Legambiente sostiene che gli affioramenti di Posidonia Oceanica, specie protetta, sarebbero fortemente danneggiati direttamente e indirettamente dall’eventuale ripascimento. Legambiente fa riferimento ad un ripascimento con sabbia che non è assolutamente previsto e non tiene presente che nei primi 15 m di fondale non si trova la Posidonia. Il sedimento da usare per il rinascimento è simile per litologia e granulometria a quello esistente cioè prevalentemente ciottoloso che non causerebbe dispersione di sabbia.
Ho la certezza che Legambiente abbia preso un granchio incorrendo in grossolane valutazioni non basate su quanto contenuto nella proposta di restauro geoambientale.
Quanto meno Legambiente deve scusarsi per le inesattezze che reggono considerazioni offensive della sensibilità ambientale dello scrivente.
Farò io stesso presente al Ministro Sergio Costa quanto contenuto nella presente mia nota sottolineando la non attendibilità di quanto sostenuto da Legambiente“.

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