Il 23 ottobre del 1520 Carlo V d’Asburgo viene incoronato imperatore. I suoi domini attraversano l’Europa da est a ovest, con la sola interruzione delle regioni del nord Italia. Inizia così la discesa delle truppe di Carlo V lungo la penisola. Un esercito che conta trentamila uomini e il cui fulcro è costituito da mercenari tedeschi, i lanzichenecchi. Una pagina di storia che Paolo Mieli rilegge con il professor Alessandro Barbero a “Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura in onda lunedì 30 luglio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. All’azione di Carlo V si oppongono il re di Francia, Francesco I, e il papa, Clemente VII, che per fermarne l’avanzata si alleano con la Repubblica di Venezia, quella di Genova e con la Firenze medicea. La resistenza però non impedisce alle truppe asburgiche di arrivare fino alle porte di Roma. Il 6 maggio del 1527 i lanzichenecchi si lanciano all’assalto della città, che subisce il peggior saccheggio della sua storia. Clemente VII è costretto alla fuga e Roma diventa preda delle milizie, che si abbandonano ad atti di assoluta crudeltà: vengono trucidati i malati dell’ospedale di Santo Spirito, i bambini dell’orfanotrofio e chiunque si opponga al loro passaggio. Il saccheggio dura dieci giorni e la città viene spogliata di ogni bene. Resterà in balia delle truppe asburgiche per oltre un anno e Clemente VII potrà farvi ritorno soltanto il 6 ottobre del 1528.