“Ora occorre fare presto perché circa la metà dei voucher in agricoltura viene impiegata per la vendemmia che quest’anno parte con gli inizi di agosto mentre sono già in piena attività le raccolte di ortaggi e frutta“: è quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nella relazione all’Assemblea nazionale nel sottolineare che “si tratterebbe di un ritorno a dieci anni della loro introduzione in Italia che è avvenuta il 19 agosto 2008 con circolare Inps che per la prima volta autorizzava la raccolta dell’uva attraverso voucher con l’obiettivo di ridurre burocrazia, riconoscendo la specificità del lavoro agricolo. Con il loro ritorno nei campi – sottolinea Moncalvo – si riaffermano i principi originari senza gli abusi che si sono verificati in altri settori, anche perché nelle campagne i beneficiari possono essere soltanto disoccupati, cassintegrati, pensionati e giovani studenti, tra l’altro impiegati esclusivamente in attività stagionali. Meno del 2% del totale dei voucher – afferma Moncalvo – è stato impiegato in agricoltura dove sono nati e rappresentano un valido contributo all’emersione del lavoro sommerso. E’ importante assicurare al settore uno strumento che semplifichi la burocrazia per l’impresa, sia agile e flessibile rispondendo soprattutto ad un criterio di tempestiva e disponibilità all’impiego e dall’altra sia capace – precisa Moncalvo – di garantire forme di integrazione del reddito alle categorie piu’ deboli in un momento in cui ne hanno particolarmente bisogno. La riforma – continua Moncalvo – ha di fatto azzerato lo scorso anno questa opportunità nelle campagne che consente anche di avvicinare al mondo dell’agricoltura giovani studenti o mantenere attivi anziani pensionati. Il risultato – denuncia Moncalvo – è stato la perdita di circa 50mila posti di lavoro occasionali regolari che possono essere recuperati con trasparenza nelle attività stagionali in campagna, dalla preparazione dei terreni alla raccolta di verdura e frutta fino alla vendemmia.”
Nel corso degli anni successivi all’introduzione nel 2008 è stato allargata la possibilità di utilizzo alle altre attività di agricole ma – sottolinea la Coldiretti – il settore è rimasto fedele all’originaria disciplina “sperimentale” con tutte le iniziali limitazioni (solo lavoro stagionale e solo pensionati, studenti, cassintegrati e disoccupati) a differenza degli altri comparti produttivi. Non è un caso – precisa la Coldiretti – che il numero di voucher impiegati in agricoltura sia praticamente rimasto stabile dal 2011 senza gli abusi che si sono verificati in altri comparti. In agricoltura sono stati venduti negli ultimi cinque anni prima dell’abrogazione poco più di 2 milioni di voucher, più o meno gli stessi dei 5 anni precedenti, pari all’incirca a 350mila giornate/anno di lavoro. Il valore complessivo delle integrazioni di reddito accordate per le prestazioni a pensionati, studenti, cassintegrati e disoccupati ammonta – conclude la Coldiretti – a circa 22 milioni di Euro all’anno mentre la regione dove sono stati più impiegati è il Veneto con poco piu’ di ¼ del totale. Secondo un sondaggio Coldiretti/Ixe’ il 68% dei giovani italiani sarebbe disponibile a partecipare alla vendemmia o alla raccolta della frutta.