Archeologia: studiate le ceneri di Stonehenge, nuovi indizi sulla provenienza dei costruttori

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Dopo decenni di studi e scavi, il più famoso monumento neolitico al mondo, Stonehenge, è ancora un mistero: un nuovo studio, pubblicato su “Scientific Reports” cerca ora di fare luce sugli antichi costruttori, tornando indietro nel tempo di 5mila anni. Il team di Christophe Snoeck dell’Università di Oxford ha analizzato dei resti di ceneri da cremazioni avvenute nel luogo, scoprendo che alcuni di questi pellegrini, che potrebbero anche aver contribuito alla costruzione del sito, giungevano da luoghi per l’epoca lontanissimi, come il Galles. I nuovi risultati “suggeriscono che dalle montagne nel Galles occidentale non sono arrivati solo i lastroni usati per costruire il cerchio di pietre, ma anche persone, che hanno vissuto e sono morte lì“, ha spiegato l’esperto, che è giunto a questa conclusione misurando le tracce di stronzio, che consente di “valutare l’origine del cibo che mangiamo, in particolare le piante“. I ricercatori hanno esaminato frammenti di ossa di cranio di 25 persone sepolte durante una fase iniziale della storia di Stonehenge, intorno al 3000 a.C.: si è scoperto che molti di loro avevano trascorso almeno gli ultimi 10 anni della loro vita in una regione diversa, la cui vegetazione potrebbe identificarsi appunto con quella del Galles.

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