Gole di Raganello, procuratore: “Il problema non è la bomba d’acqua, ma la gestione dell’allerta”

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I ruoli sono distinti. La Protezione civile, come da suo compito, lunedì ha rilevato il grado di allerta, e l’ha trasmessa agli uffici degli enti locali. Ora bisogna vedere l’ente locale come ha tradotto quell’allerta: che cosa ha fatto scattare. Dovrebbero esistere quasi degli automatismi, invece c’erano gravi defaillance nel sistema. Quindi ribadisco:il problema non è la bomba d’acqua, ma come è stata gestita la notizia, fino a un attimo prima che l’evento meteo si scatenasse“: lo ha dichiarato in un’intervista a “la Repubblica” il procuratore di Castrovillari, Eugenio Facciolla, in merito alla tragedia delle Gole di Raganello. Riguardo ai futuri indagati il procuratore risponde: “Occorrerà capire se c’era un Piano sicurezza al Comune e se è stato adottato. Perché, all’esito di un’allerta, le escursioni sono continuate? Chi deve tradurre una comunicazione di pericolo in eventuali divieti e stop agli ingressi? Chi controlla? Credo che i nodi siano tutti qui“. “Va ricostruita la sequenza delle decisioni assunte o non assunte, risalendo la catena delle funzioni e delle responsabilità istituzionali. Ma devo dire che le mancanze da questo punto di vista sono avvertibili a occhio nudo. Io sono sceso, nell’immediatezza dell’allarme, verso il fondo delle gole: ebbene, non ci sono cartelloni, non c’è una tabellonistica idonea a segnalare la complessità del percorso e tutti i possibili rischi“.

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