Sono più piccoli di una scatola da scarpe e racchiudono tutta la tecnologia dell’industria spaziale del futuro. I nanosatelliti, già ampiamente utilizzati per le previsioni meteo, la sicurezza marittima e l’agricoltura, promettono sempre più di rivoluzionare il mercato delle comunicazioni satellitari. A cavalcare quest’ondata innovativa – riporta Global Science – c’è anche D-Orbit, startup italiana specializzata in sistemi di lancio e posizionamento dei satelliti.
Già in prima linea nell’ambito del trasporto spaziale grazie all’alleanza stratta qualche mese fa con il gruppo francese Arianespace, D-Orbit vuole ora spingersi oltre, e contribuire direttamente alla costruzione di nuove ‘popolazioni’ di nanosatelliti nello spazio.
Un nuovo accordo è stato siglato con la compagnia Astrocast, spacializzata nella costruzione di cubesat, per il lancio di 10 nanosatelliti a bordo di un vettore Vega tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020. I satelliti, che saranno rilasciati a un’altezza compresa tra 450 e 600 chilometri, saranno parte di una costellazione di 64 cubesat sviluppata da Astrocast con l’obiettivo di fornire servizi di connessione utili per la cosiddetta Internet of Things.
I primi nanosatelliti saranno rilasciati con gli strumenti di posizionamento satellitare standard sviluppati da D-Orbit, ma l’azienda sta già lavorando a un nuovo sistema personalizzato chiamato Ion. Questo veicolo, il cui primo test di volo è previsto per giugno 2019, sarà in grado di rilasciare fino a 48 cubesat allo stesso tempo.