“Le aree collinari del Molise, cosi’ come quelle abruzzesi, sono interessate da diversi progetti per nuove opere o ampliamento di quelle esistenti, tutti tasselli della perversa strategia di trasformare il fragile Belpaese in un Hub del Gas europeo. Tutte opere – spiega in una nota Augusto De Sanctis per il Coordinamento No Hub del Gas – che appesantiscono la pressione antropica su un territorio assai vulnerabile per rischio sismico e idrogeologico“. “Si va dal nuovo gasdotto Larino-Chieti, di 111 km, al potenziamento del San Salvo-Biccari, dall’ampliamento dello stoccaggio gas esistente di Cupello di Stogit da 2,5 miliardi di mc ai nuovi progetti di stoccaggi del Sinarca in Molise a quello a San Martino sulla Marrucina. Questo ultimi interventi sono addirittura oggetto di specifiche prescrizioni dei ministeri sul rischio di sismi indotti proprio dalle attivita’ di stoccaggio, dopo quanto avvenuto in Spagna con lo stoccaggio Castor bloccato dal Governo dopo una crisi sismica innescata dell’iniezione di gas. Ovviamente sono questioni sito-specifiche ma e’ incredibile che in un territorio gia’ a rischio naturalmente si possano pensare queste strutture assai pericolose solo per scopo di profitto visto che in Italia i consumi di gas sono in forte declino. Gli stoccaggi gas sono impianti a rischio di incidente rilevante sottoposti alla Direttiva Seveso. Peccato che abbiamo appena scoperto che lo stoccaggio di Cupello non abbia da decenni il Piano di Emergenza per la popolazione, obbligatorio per legge. Nel nostro paese questa e’ l’attenzione per la sicurezza“