L’estate 2018 è stata brutale nell’emisfero settentrionale del nostro pianeta: ondate di caldo a Londra e Tokyo, temperature roventi e lo scioglimento del permafrost nell’Artico, incendi devastanti in California e Grecia. Una città in Oman ha visto le temperature superare i 42°C durante la notte! E poi l’estate 2017, quando gli uragani hanno sommerso Houston e devastato Porto Rico e le Isole Vergini statunitensi. E il 2016, l’anno più caldo mai registrato. Alla luce degli ultimi anni, il mondo dovrebbe prendere coscienza dei cambiamenti climatici in atto, un argomento forse un po’ troppo spesso sottovalutato, a cui viene data poca considerazione forse ritenendo che non avrà effetti immediati. Forse considerare questi 4 concetti, potrà aiutare a comprendere la gravità di quello che sta avvenendo.
1. Il meteo non è il clima
Come suggerito dal meteorologo americano Marshall Shepherd, “il meteo è il nostro umore, il clima la nostra personalità”. Il meteo è a breve termine ed è impossibile prevederlo con molto anticipo. Non potremo mai sapere ora che tempo ci sarà a New York il 20 gennaio del 2022, per esempio. Il clima, invece, rappresenta le condizioni meteo tipiche su una scala di tempo molto lunga. Un giorno di gennaio incredibilmente caldo non renderà New York un paradiso per le vacanze invernali e un giorno, un mese o anche un anno freddo non significa che il clima non si stia riscaldando.
2. Il meteo è influenzato dal clima
Per questo, molte persone sono nervose quando si parla di eventi meteorologici estremi in un contesto climatico. Ma il cambiamento climatico può influenzare il meteo, rendendo alcuni tipi di eventi estremi più probabili. Per esempio, la quantità di vapore acqueo che l’atmosfera può trattenere, aumenta con la temperatura. L’aumento di un solo grado determina un aumento del 3% del contenuto di umidità e il risultato saranno temporali più intensi. In maniera analoga, le ondate di caldo si verificano più spesso quando il pianeta nel suo insieme diventa più caldo.
Molteplici prove a lungo termine sostengono che il cambiamento climatico sia in atto. E questo cambiamento climatico renderà le forti piogge ancora più intense e le ondate di caldo ancora più forti e frequenti. È quindi sensato, pensare che il cambiamento climatico stia giocando un ruolo negli eventi recenti.
3. Porsi la giusta domanda
Uragani, ondate di caldo, alluvioni e siccità si verificavano prima e si verificheranno ancora, anche se gli esseri umani non esistessero. Possiamo e dobbiamo utilizzare le statistiche per calcolare l’aumento del rischio di eventi simili a causa del cambiamento climatico, ma la domanda “sarebbe successo senza il cambiamento climatico?” raramente è una domanda da sì o no. Dovremmo chiederci, invece, cosa stiamo facendo al clima, perché se i record vengono infranti così spesso ultimamente, dovremmo pensare che esista un’azione che sta incoraggiando tutto questo.
4. Non si tratta mai solo del clima
Gli eventi estremi non sono importanti su un pianeta disabitato e il cambiamento climatico non avviene in un mondo incontaminato. È la nostra presenza che trasforma gli eventi meteorologici in catastrofi. Il cambiamento climatico porta più incendi, ma il modo in cui noi gestiamo la terra dà un grosso contributo alla loro gravità. Il riscaldamento delle temperature superficiali dei mari può alimentare uragani più forti, ma è il posto in cui scegliamo di vivere e costruire a determinare i danni che causeranno. I cambiamenti climatici avvengono in un mondo che noi stiamo costruendo per essi. È un luogo complesso, plasmato da potenti forze politiche, demografiche ed economiche. I cambiamenti climatici non sono quasi mai l’unico fattore che contribuisce al costo delle catastrofi naturali, ma questo non significa che siano una questione di poco conto.