Dalla firma digitale alla blockchain: le nuove frontiere della crittografia

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In principio fu il cifrario utilizzato da Giulio Cesare per proteggere dai nemici i suoi messaggi segreti, diplomatici e militari. Oggi è la volta dei crittosistemi, fondamentali per garantire la privacy delle reti informatiche. Il futuro appartiene alle blockchain, l’ultima frontiera in termini di sicurezza virtuale. Sono tutti sistemi di crittografia, metodi cioè in grado di rendere un messaggio o una transazione virtuale tra due soggetti incomprensibile o inintelligibile a un terzo che non sia autorizzato a venirne a conoscenza.

Per promuovere la ricerca in questo campo e fare network tra mondo accademico e mondo delle aziende è nata un’associazione nazionale che raccoglie quasi 400 tra docenti e ricercatori di crittografia che operano in università e centri di ricerca pubblici e privati italiani. L’associazione si chiama “De Componendis Cifris”, abbreviabile in “De Cifris”, e si presenterà a Milano con una giornata di incontri martedì 11 settembre a partire dalle 10.30 all’Università di Milano-Bicocca (Edificio U6, Aula Massa).

L’evento è organizzato da Milano-Bicocca insieme a Statale e Politecnico. «Milano si candida a diventare il punto di riferimento nel Nord Italia per chi è interessato ai temi della crittografia», spiega Alberto Leporati, docente di Informatica all’Università di Milano-Bicocca, e tra i promotori insieme a Francesca Dalla Volta, docente di Algebra nello stesso ateneo. Dopo i saluti istituzionali, alla presenza del rettore dell’Università di Milano-Bicocca Cristina Messa, e del prorettore alla Valorizzazione della ricerca Danilo Porro, una prima serie di interventi chiamerà in causa i ricercatori, poi toccherà alle aziende. Tanti i temi affrontati, con un occhio di riguardo alle blockchain e alle tecnologie di più recente sviluppo.

«De Cifris coinvolge il mondo accademico – prosegue Leporati – con l’obiettivo di metterne insieme le competenze, creare network con le aziende, favorire il trasferimento tecnologico e di conoscenze e stimolare la formazione di equipe di ricercatori per partecipare a call europee e a bandi regionali e nazionali». Una comunità scientifica che per la prima volta si riconosce e si mostra in pubblico. «Oggi si può parlare di una vera e propria scienza con applicazioni importanti – conclude Leporati – che studia ad esempio i metodi che consentono agli utenti di dimostrare la propria identità presso dispositivi e servizi web, e di condividere messaggi in perfetta privacy». Un tema che ha ricadute nella realtà di ogni giorno: dalle firme digitali agli acquisti online, dalla privacy delle chat al trattamento dei dati sensibili, dalla valuta virtuale alle strategie per resistere agli attacchi hacker.

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