Un tipico mappamondo è progettato come una sfera geometrica che ruota regolarmente quando lo si fa girare. Il nostro pianeta, al momento, è molto meno perfetto, sia nella forma che nella rotazione, secondo quanto sostenuto dagli esperti della NASA.
La Terra non è una sfera perfetta. Quando ruota sul suo asse (una linea immaginaria che attraversa i Poli) si muove e vacilla. Questi movimenti dell’asse di rotazione vengono definiti come movimento polare. Le misurazioni planetarie per il XX secolo condotte dalla NASA dimostrano che l’asse terrestre si è spostato di circa 10 cm all’anno. Nel corso del secolo, l’entità dello spostamento è stata di oltre 10 metri. Utilizzando i dati osservazionali e quelli basati sui modelli, gli scienziati della NASA hanno identificato per la prima volta 3 processi responsabili di questo spostamento: la perdita di ghiacci, soprattutto in Groenlandia; il rimbalzo glaciale; la convezione del mantello. Tra le tre, la prima causa sembra essere quella più importante.
In generale, la ridistribuzione della massa sulla Terra e al suo interno, come i cambiamenti alla terra, alle calotte glaciali, agli oceani e al flusso del mantello, influisce sulla rotazione del pianeta. Con l’aumento delle temperature registrato nel XX secolo, la massa di ghiaccio della Groenlandia è diminuita: in totale, si sono sciolti circa 7.500 miliardi di tonnellate di ghiaccio. Questo rende la Groenlandia uno dei principali fattori contribuenti alla massa trasferita agli oceani, che ha causato l’innalzamento del livello dei mari e di conseguenza lo spostamento dell’asse di rotazione.
Anche se lo scioglimento dei ghiacci si verifica in altri luoghi (come l’Antartide), la posizione della Groenlandia la rende un fattore più decisivo al movimento polare. “Esiste un effetto geometrico secondo cui se si ha una massa che è a 45° dal Polo Nord, come la Groenlandia, o dal Polo Sud ( come i ghiacciai patagonici), si avrà un impatto maggiore sullo spostamento dell’asse terrestre rispetto ad una massa che è proprio vicina al Polo”, ha spiegato uno degli autori, Eric Ivins, del Jet Propulsion Laboratory della NASA.
Il secondo fattore è il rimbalzo glaciale, ma di cosa si tratta? Durante l’ultima era glaciale, i ghiacciai pesanti hanno schiacciato la superficie terrestre allo stesso modo in cui un materasso si schiaccia sotto il peso del nostro corpo. Quando il ghiaccio si scioglie o viene rimosso, la terra ritorna lentamente alla sua posizione originale. In questo studio, che si basa molto su un’analisi statistica di questo rimbalzo, gli scienziati della NASA, in collaborazione con ricercatori tedeschi, norvegesi e danesi, hanno scoperto che il rimbalzo glaciale è responsabile solo di un terzo dello spostamento polare del XX secolo.
Gli autori dello studio sostengono che la convezione del mantello rappresenti l’ultimo terzo. La convezione del mantello è responsabile del movimento delle placche tettoniche sulla superficie terrestre. Fondamentalmente si tratta della circolazione di materiale nel mantello causata dal calore proveniente dal nucleo della Terra. Ivins descrive il processo con l’esempio di una pentola di zuppa sul fuoco: mentre la pentola (il mantello) si riscalda, parti della zuppa iniziano a salire e poi a ricadere giù, formando essenzialmente un modello di circolazione verticale, proprio come il movimento delle rocce attraverso il mantello terrestre.
Dopo aver identificato questi tre fattori contribuenti, gli scienziati sono in grado di distinguere i cambiamenti di massa e di movimento polare causati dai processi a lungo termine del nostro pianeta su cui abbiamo poco controllo da quelli causati dai cambiamenti climatici. Sono consapevoli che se la perdita di ghiaccio della Groenlandia accelera, lo farà anche il movimento polare.