AstraZeneca e MedImmune, la sua divisione di ricerca e sviluppo biologico globale, hanno presentato i dati di sopravvivenza globale (OS) dello studio di fase III PACIFIC con durvalumab durante il Presidential Symposium della 19a Conferenza mondiale sul tumore del polmone dell’International Association for the Study of Lung Cancer (IASLC, Associazione internazionale per lo studio del tumore del polmone) a Toronto, in Canada.
In contemporanea i risultati dello studio di fase III PACIFIC sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine e hanno indicato che durvalumab ha migliorato significativamente la sopravvivenza globale, uno dei due co-primary endpoint dello studio, rispetto allo standard di cura indipendentemente dall’espressione di PD-L1, riducendo il rischio di morte del 32% (HR 0,68; IC 99,73%: 0,47-0,997; p = 0,0025). L’altro co-primary endpoint, la sopravvivenza libera da progressione (PFS), è stato presentato a settembre 2017 in occasione del congresso ESMO (Società Europea di Oncologia Medica), dimostrando un vantaggio di oltre 11 mesi.
Il Professor Giorgio Scagliotti, Direttore del Dipartimento di Oncologia Medica dell’Università di Torino e Presidente dell’International Association for the Study of Lung Cancer (IASLC), ha dichiarato: “Questi risultati sono estremamente incoraggianti per i pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio III, non resecabile, che da 15 anni non avevano a disposizione nessuna nuova arma terapeutica, e confermano durvalumab quale prima immunoterapia a dimostrare un beneficio significativo di sopravvivenza globale”.
Il Professor Umberto Ricardi, Direttore del Dipartimento di Oncologia della Città della Salute e della Scienza di Torino e Presidente ESTRO (European SocieTy for Radiotherapy and Oncology), ha commentato: “Durvalumab rappresenta indubbiamente un importante progresso nel trattamento di questi pazienti e supporta l’introduzione dell’immunoterapia come nuovo approccio terapeutico in grado di ottimizzare l’efficacia degli attuali standard di trattamento con chemio-radioterapia. Emerge inoltre il ruolo chiave del Team Multidisciplinare per l’adeguata selezione e per la corretta gestione dei pazienti con tumore polmonare localmente avanzato”.
Il profilo di sicurezza e tollerabilità di durvalumab è risultato in linea con quanto riportato al momento dell’analisi della sopravvivenza libera da progressione (PFS). Tra i pazienti che hanno ricevuto durvalumab gli eventi avversi più comuni (superiori o uguali al 20% dei pazienti), rispetto a placebo, sono stati tosse (35,2% vs 25,2%), fatigue (24% vs 20,5%), dispnea (22,3% vs 23,9%) e polmonite da radiazioni (20,2% vs 15,8%). Il 30,5% dei pazienti trattati con durvalumab ha manifestato un evento avverso di grado 3 o 4 vs il 26,1% di quelli che hanno ricevuto placebo, mentre il 15,4% dei pazienti trattati con durvalumab ha interrotto il trattamento per eventi avversi vs il 9,8% di quelli in placebo.
Durvalumab ha ricevuto l’approvazione da parte della Commissione Europea in data 24 settembre 2018.